mercoledì 21 ottobre 2015 - Giuseppe Ottaviano

Netanyahu: «Hitler non voleva la Shoah, i palestinesi sì»

Intervenuto durante il Congresso sionista, il premier israeliano Netanyahu ha rilasciato alcune dichiarazioni sulla Shoa che stanno facendo molto discutere.

"Hitler non voleva sterminare gli ebrei, solo espellerli - spiega - a suggerire di bruciarli fu il Muftì di Gerusalemme". Le dichiarazioni hanno provocato più di una reazione nello stesso mondo ebraico. Per il leader dell'opposizione Isaac Herzog si tratta di una "pericolosa distorsione": "Chiedo a Netanyahu di correggerla immediatamente perché minimizza la Shoah… e la responsabilità di Hitler nel terribile disastro del nostro popolo”

Anche lo stesso Moshe Yaalon, ministro della difesa vicino al premier, ha chiarito che "Al Husseini ha incontrato Hitler nel 1941, ovviamente non è stato lui che ha ideato la soluzione - infatti - la persecuzione nazista è iniziata molto prima, nel 1935".

La ricostruzione di Netanyahu non stupisce. Il quotidiano Haaretz ricorda che già nel 2012 in un discorso tenuto alla Knesset definì Husseini "uno dei principali architetti" dell'olocausto. Una ricostruzione appoggiata da diversi storici, ma ampiamente smentita da i più accreditati ricercatori. 

La storia racconta che la "Soluzione finale" fu decisa durante la conferenza di Wannsee, il 20 gennaio del 1942, durante la quale gli alti generali e burocrati nazisti, oltre ad essere messi al corrente della decisione, furono coordinati all'attuazione. All'incontro presero parte l'ufficiale delle Ss e comandante dell'ufficio centrale della sicurezza dei Reich Reinhard Heydrich e colui che fu considerato il responsabile organizzativo dello sterminio, Adolf Heichmann. Quest'ultimo, dopo essere sfuggito al processo di Norimberga scappando in Argentina, fu rapito a Buenos Aires dal Mossad e portato in Istraele, dove fu prima processato e poi giustiziato per impiccagione nella piazza di Tel Aviv.

Critiche alla dichiarazione di Netanyahu arrivano anche dal direttore del Centro Wiesenthal di Gerusalemme, Efraim Zuroff: “L’affermazione di Netanyahu è totalmente senza basi – afferma all’Ansa – Che il Muftì spingesse sui nazisti e volesse l’invasione della Palestina è fuori discussione, ma Hitler non doveva essere convinto da nessuno”.

Saeb Erecat, segretario generale dell'Organizzazione per la Liberazione della Palestina, parla di "dichiarazioni provocatorie e moralmente indifendibili", ricordando come l'impegno palestinese “contro il regime nazista è profondamente radicato nella Storia”. Infine Erecat ha sottolineato come le parole di Netanyahu “hanno approfondito un solco nel momento in cui appare più che mai necessaria una pace giusta e duratura, alimentando ulteriormente una questione politica con aspetti religiosi, ed evidenziando il suo impegno a portare avanti l’occupazione e la violenza contro i palestinesi”.

Nei giorni scorsi, il segretario generale dell'Onu Ban Ki-moon ha annunciato la visita in Israele attraverso un videomessaggio. Nel filmato l'invito a "rompere un ciclo di violenza e di paura e un appello ai giovani palestinesi: "Capisco la vostra frustrazione, so che le vostre speranze di pace si sono infrante innumerevoli volte, ma vi esorto a trasformarla in una voce forte ma pacifica per il cambiamento". Ban Ki-moon ha incontrato ieri Netanyahu, mentre oggi è previsto il faccia a faccia con Abu Mazen.

Proprio per questo le dichiarazioni di Netanyahu stupiscono più per il tempismo che per il contenuto, arrivando in un momento in cui la tensione in Palestina è tornata altissima. Queste parole non fanno altro che gettare benzina sul fuoco, ma l'intenzione del Premier potrebbe essere proprio quella di suscitare reazioni violente per poter giustificare, in seguito, risposte militari sproporzionate. 

Foto: kent williams/ Flickr

 



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