Nascite in calo

I dati Istat sulle nascite del 2024 evidenziano un ulteriore calo demografico, con circa 370.000 bambini nati, circa diecimila in meno rispetto al 2023. In tredici anni, il numero delle nascite è sceso da oltre 530.000 a 370.000.
Quali sono le cause di questo calo? Le ragioni sono molteplici, a partire da un profondo cambiamento culturale e sociale che ormai interessa tutto il paese. Se fino a quindici anni fa le famiglie di migranti, o quelle del Sud e delle isole, erano più inclini ad avere figli, oggi il calo demografico coinvolge tutte le regioni e le classi sociali.
Inoltre, è difficile ricostruire quel tessuto familiare che un tempo era di supporto, fatto da nonni, zie e sorelle. A ciò si aggiunge un sistema di welfare chiaramente inadeguato, come denunciano diverse associazioni e partiti politici. In particolare, manca una rete di asili nido sufficienti.
La politica è chiamata a trovare risposte? Da anni, si concentra su temi come i cambiamenti climatici, il gender gap, l’ambiente, i diritti delle minoranze e l’accoglienza o il rimpatrio dei migranti, tralasciando la questione familiare.
Inoltre, la pandemia da COVID-19 ha avuto un impatto negativo, mentre il conflitto in Ucraina ha portato a un aumento generale dei prezzi. Il problema demografico non si fa sentire in modo drammatico in questo momento, poiché la popolazione residente complessiva rimane stabile, con quasi cinquantanove milioni di abitanti, grazie all’afflusso di stranieri. Sebbene le condizioni lavorative in Italia siano generalmente inadeguate, per i migranti provenienti da paesi poveri risultano comunque attrattive.
Nonostante i blocchi agli sbarchi decisi dal governo e la riduzione degli arrivi via mare, circa 250.000 stranieri sono giunti in Italia nel 2024, un numero molto maggiore rispetto ai 90.000 italiani che hanno deciso di emigrare.
I paesi del Centro Europa, come Svizzera, Francia e Germania, vantano sistemi di welfare che includono un forte supporto alla famiglia con figli piccoli e che presenta dati demografici decisamente meno preoccupanti.
Questi modelli andrebbero studiati con attenzione, così come dovrebbero essere condotti sondaggi dettagliati per comprendere le specifiche necessità di ogni area regionale. Le differenze tra le regioni italiane sono evidenti. Che cosa accomuna l'Alto Adige con Catania? Due realtà dove il calo.demografivo si fa sentire meno?
Molte associazioni di donne e famiglie lamentano la carenza di asili nido e la disparità di trattamento sul posto di lavoro, oltre alla difficoltà di trovare un asilo nella propria zona di residenza.
I dati sull’occupazione sono, nel complesso, positivi, ma probabilmente portano a spostamenti geografici, che indeboliscono la rete familiare, da sempre un aiuto fondamentale per chi ha bimbi piccoli.
La mancanza di asili nido è un fatto oggettivo. Questo governo ha introdotto piccoli aiuti economici destinati principalmente alle famiglie con due o più figli, ma che non tengono conto di chi non ha ancora figli. La spesa per le famiglie comunque nel 2025 raggiungerà i ventisette miliardi.
Anche il contesto culturale non aiuta. Poche sono le trasmissioni o le riviste che parlano della gioia che accompagna la nascita di un bambino. Inoltre, la Chiesa che tradizionalmente ha benedetto ogni nascita - sembra concentrata maggiormente sull’accoglienza in Italia e sulla pace in paesi lontani.
Non possiamo fare altro che migliorare, sperando di aver toccato il fondo.