venerdì 21 giugno 2013 - lellosalinas

Napoli, la strage dei tumori

La devastazione e il saccheggio qui da noi si sono visti davvero, non c'è dubbio, ma non s'è trattato del reato che ha causato poche gocce di sangue. No! In questa città, ci sono morti veri, che con il loro sangue hanno riempito buche d’asfalto dissestato. C’è comunque un sangue non percepito, segregato nelle case dei napoletani che chiede anch’esso vendetta.

 

Il reato gravissimo che abbiamo commesso è di segno diametralmente opposto: abbiamo consentito che ci devastassero e ci siamo fatti passivamente saccheggiare: lavoro, salute, ambiente, diritti. Non c´è nulla che sia sfuggito ai lanzichenecchi al soldo di politici e sindacalisti disonesti, questi regnano in questa nostra realtà astratta.

Il fenomeno dell’assuefazione è lento ed efficace, non ci fa pensare, ma ubbidire; hanno reso la disonestà una normalità da perseguire se vuoi diritti, come i procedimenti legittimi di rapporti di lavoro diventano illegittimi in queste mani unte di disonestà e sangue innocente, costringono i nostri figli a scannarsi per un misero lavoro precario (interinale). 

Chi s´illude che per uscire da questa tragedia basterà fingere di non vedere e subire questa inaudita violenza, commette un errore fatale. Chi spera di salvarsi elemosinando diritti e affidandosi ancora una volta a chi ha tradito, non solo rinuncia a lottare, ma merita la servitù che ci stanno imponendo.

Non è più tempo di salire sui tetti e sulle gru, di occupare isole e sperare nei miracoli. È venuto il momento di reagire. Ciò che da soli i nostri giovani stanno provando, si può ancora tentare affiancandoli. Non è Grillo, non è Tizio non è Caio. Tocca ai lavoratori e ai giovani. Quei giovani per i quali i diritti conquistati dai padri sono diventati un sogno impossibile. Non c'è altro modo e non c´è più tempo. Bisogna finalmente fermare il saccheggio e la devastazione almeno prima di morire di tumore.

 

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