venerdì 20 ottobre 2023 - Attilio Runello

Nagorno-Karabakh non esiste più

Negli anni Novanta - disciolta l'Unione sovietica di cui sia l'Armenia che l'Azerbaijan facevano parte - l'Armenia occupò l'enclave armena in territorio azero e alcuni territori circostanti, popolati da azeri.

 Nel 2020 l'Azerbaijan che grazie alla vendita del gas era riuscita a creare un esercito modernamente equipaggiato e solide alleanze internazionali si è ripresa in un breve conflitto i territori azeri occupati.

L'Armenia, alleata della Russia, si rivolse ai russi che chieserò agli azeri di fermarsi e inviarono un contingente. In queste settimane gli azeri, nonostante la presenza dei soldati russi, approfittando del lungo impegno russo in Ucraina, hanno prima bloccato l'unica via di accesso che collegava l'Armenia con il Nagorno. Poi hanno iniziato a bombardare le truppe che difendevano il Nagorno. Il tentativo di difesa è durato poche ore.

La popolazione del Nagorno ha preso i pochi averi e si è trasferita in Armenia. Si tratta di centomila persone. La questione del Nagorno-Karabakh si chiude. Una questione che ha visto la morte di decine di migliaia di persone pro e contro questa regione, distrutto le carriere di due presidenti – uno armeno, l’altro azero – e tormentato diplomatici americani, russi ed europei che spingevano piani di pace fallimentari. Il governo azero ha ottenuto, tramite la mediazione russa, un accordo per lo scioglimento e il completo disarmo delle forze armate armene nel Nagorno.

Il sostegno dell’Occidente all’Armenia si limita a espressioni di acquiescenza, solo i ministri degli esteri di Francia e Germania hanno condannato come estremamente preoccupante la violazione di principi del sistema internazionale. La Francia che ospita una nutrita comunità armena vuole fornire armi agli armeni. Gli armeni che in questi anni comunque si sono rivolti anche all'Occidente rischiano di perdere un alleato, quello russo, che cerca di limitare i danni, senza sapere se otterrà altre alleanze. L’umiliazione armena – il governo di Erevan infatti non è stato coinvolto nella stesura del cessate il fuoco - ha avuto una conseguenza.

Meno di 10 giorni dopo gli accordi di cessate al fuoco, il parlamento dell’Armenia ha votato per l’adesione alla Corte penale internazionale, una mossa che rende ancora più difficili i legami del Paese con il suo vecchio alleato, la Russia. Mentre Baku ribadisce di voler perseguire una politica che garantisca una duratura sovranità interna, ora che il Nagorno-Karabakh è stato completamente riconquistato, la questione della connessione con l’esclave Naxcivan rappresenta la prossima grande questione nei colloqui armeno-azeri. Gli azeri chiedono un corridoio che attraverso il territorio armeno li colleghi con la loro enclave. Josep Borrell, alto rappresentante dell’Ue per la politica estera e di sicurezza, ha dichiarato che “l’Unione europea si aspetta che l’Azerbaigian risponda alle esigenze degli armeni del Karabakh rimasti sul territorio azero e fornisca loro la necessaria assistenza umanitaria e sicurezza. Ma gli armeni non ci hanno creduto.

Il Consiglio d'Europa invierà un proprio commissario per valutare la situazione in Armenia, in Azerbaijan e nel Nagorno. Gli azeri ufficialmente hanno chiesto agli armeni di rimanere nel Nagorno e adesso che sono rimasti solo ventimila persone non si sa quali siano le loro intenzioni. Blinken ha affermato di voler sospendere eventuali forniture di armi all'Azerbaijan L'Italia - che ha ottimi rapporti con l'Azerbaijan per le forniture di gas che riceve e per i prodotti che vi esporta - ha allertato la protezione civile per eventuali aiuti umanitari agli sfollati armeni.

Foto Wikimedia




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