lunedì 9 maggio 2016 - Maria Francesca Carnea

Mitezza innovativa nella politica: sogno incandescente

L’umanità sta assistendo a scenari apocalittici, comprovati da un’evidente, inquietante crisi della classe politica. Nell’espressione di S. Agostino “La speranza ha due bellissimi figli: lo sdegno e il coraggio, lo sdegno per la realtà delle cose, il coraggio per cambiarle”, ecco che il coraggio incoraggia ed esorta a conoscere, poiché la costante condotta dell’azione, prodotta dai sedicenti ‘moderati’, ha generato danni e confusione. Come si è potuti arrivare a tanta indifferenza?

Bisogna porsi domande, bisogna sapere chi si è per determinare cosa si potrà fare: se il venditore di chiacchiere o l’ispiratore di sogni; se il costruttore di dialogo o il distruttore di talenti; se il Contadino o il verme che distrugge il seminato. È la Persona al centro del servizio della politica, con il desiderio di edificarne talenti e virtù? Che tipo di umanità politica siamo?

Entro in prima persona in questione: io, chi sono? Una professoressa? Non direi, l’insegnamento non l’ho mai preso in considerazione, professare non fa per me, l’ho ritenuto sempre espressione di un credo che molte volte rispecchia il proprio, ne avessi incontrato di professori, potrei contarne sulle dita, e nemmeno tutte, di una sola mano, capaci di rimanere terzi rispetto al proprio credo, certo per esigenze di vita poteva essere una scelta per me, ma di necessità. Sono una filosofa? Volli e bramo profusamente. Sono una scrittrice? Sì, mille volte sì, la penna ha sempre cercato me, affinché fossi libera espressione del mio pensiero pensante. 

Di sicuro mi reputo e Ardente della Giustizia, sempre pronta a credere che fra gli uomini sorgerà il desiderio della carità nella verità, unica forma in grado di essere dispensatrice di bene, come anche Mendicante del Cielo, nonostante le paralizzanti miserie e debolezze dell’uomo che danno discredito e oscurano la bellezza dell’umanità. Senza dubbio, come fossi intimamente mossa da una sorta di mistica rivoluzionaria, non rinuncio al sogno del mio tempo, non rinuncio alla libertà e scrollo di dosso le catene impervie e costringenti che vorrebbero trattenere nel limbo nella vacuità. Faccio mio un pensiero di P. Pedro Fernandez, O. P.: Le anime di Dio non si fanno controllare, non perché siano più intelligenti, ma perché è Dio che agisce su di esse. Ecco che l’intelligenza scopre, ecco che il brivido della vita acuisce il fare, il desiderio di non rinunciare e il sogno si ravviva nella mitezza innovativa che non può astrarsi dal sociale, dalla politica.

E si dipana, come il chiarore di un’alba appena sorta, un speranza: sogno politici Ardenti della Giustizia, donne e uomini pieni del fuoco dell’amore acceso al servizio del bene comune e all’urgente superamento delle divisioni, della pericolosa debolezza dell’iniquità economica/sociale in cui versa il Paese. Politici capaci di pensare in grande, di osare il Bene! Il Vescovo brasiliano Camara esortava a Correre il dolce rischio di vedere il proprio sogno realizzato. Liberarsi, dunque, da imprigionamenti ideologici, è ancora possibile! Poniamo occhi e orecchie alle sorgenti nascoste della volontà libera, che sappia seguire l’intelligenza nella realtà del quotidiano, capace cioè di leggere i segni dei tempi, di avvertire le urgenze reali, di corrispondere al grido silenzioso dei bisognosi, e di perseguire non astratti progetti, utili solo agli interessi di pochi, e in cui l’esigenza dei conti in regola sacrifichi l’ambito vitale dei deboli. Piuttosto, si rincorrano progetti di equità, di crescita possibile e, se proprio c’è da chiedere, lo si faccia rivolgendosi a chi già ha di più. Non rinuncio a credere nelle possibilità dell’intelligenza umana e nella dignità di ogni donna o uomo che eserciti i propri diritti e faccia le sue scelte in piena libertà, riconoscendo anche i propri doveri. Sogno politici che facciano propria l’esigenza dell’essere Mendicanti del Cielo, in grado di coniugare la fedeltà al mondo presente, e a quella dovuta al mondo che deve venire, per chiunque. C’è bisogno di interpreti capaci di misurarsi costantemente e fedelmente con l’universalità valoriale dell’etica, e con le esigenze dell’amore di Dio e del prossimo. L’impegno in politica comporta non cedere al compromesso morale, rifiutare la menzogna e il vantaggio egoistico, non sbandierare valori non vissuti sulla propria pelle.

Ma attraverso quale via perseguire ciò? Il sogno si alimenta con la realtà possibile che ambisce l’impossibile, con il ragionamento illuminato dall’intelletto, dato sull’esperienza e sulla ragione. E, allora: è necessario aprire gli orizzonti, volare oltre i piccoli schemi mentali dell’ego, e planare verso la consapevolezza che il Noi è necessario in politica, il Noi che ti fa sentire responsabile dell’altro e del tuo agire. Intrattenere così, con le varie culture, uno scambio vitale, entrare in relazione con esse, le loro strutture particolari, senza però dipendere o farsi risucchiare dalle stesse, perché al di sopra di ogni particolarizzazione vi sono le eccezioni umane, vi sono i sogni di ognuno, i sogni che non hanno etnia, basta fermarsi agli sguardi dei bambini per comprendere l’universalità che ci alberga.

L’apertura della mente e del cuore al trascendente non solo non toglie nulla di vero, di giusto e di bello alla vita, ma rende migliori le nostre scelte, fortifica i nostri cuori, rende sostanza all’agire virtuoso. Non si vive di solo pane: occorre promuovere con la vita la verità dell’esistenza, facendosi promotori Ardenti della Giustizia, oltreché Mendicanti del Cielo, una sorta di mistica rivoluzionaria che ravvivi il sogno incandescente di una mitezza innovativa, concreta, nel sociale e nella politica. 




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