martedì 6 luglio 2021 - UAAR - A ragion veduta

Mille bandierine sulla mappa dello sbattezzo

Poche ore fa sono state superate le 1.000 registrazioni sulla mappa dello sbattezzo. A soli due mesi dall’inizio della raccolta, iniziata il 5 maggio scorso, già 1.028 persone hanno caricato la lettera di risposta ricevuta dalla parrocchia o dalla diocesi che attesta la loro apostasia formale dalla Chiesa cattolica.

A far crescere la volontà di non essere considerati “figli della Chiesa” hanno contribuito anche le recenti e inaccettabili ingerenze del Vaticano sull’iter legislativo del ddl Zan. Per molti cittadini ha rappresentato la classica goccia che ha fatto traboccare un vaso colmo di favoritismi concessi da una classe politica attentissima a quel che viene scritto, detto e spesso e volentieri comunicato sottobanco dallo stato estero e totalitario istituito nel cuore di Roma dal regime fascista nel 1929.

Per l’occasione il sito sbattezzati.it è stato dotato della nuova pagina delle statistiche. Le varie interrogazioni a disposizione consentono di ordinare le regioni e le province in base al numero di sbattezzi registrati. Per singola provincia è inoltre possibile ottenere un elenco che, in forma anonima, mostra i dati in dettaglio, tra i quali i commenti degli sbattezzati e i documenti inviati dai parroci.

Val la pena di ricordare che lo sbattezzo, in particolare per atei e agnostici, non ha a che fare con il sacramento del battesimo (e con l’annesso esorcismo per scacciare Satana e togliere il peccato originale). È invece l’esercizio del diritto fondamentale di non appartenere a un’organizzazione nella quale non ci si riconosce. Si esercita grazie a una iniziativa legale curata dall’Uaar che ha portato al pronunciamento del Garante per la protezione dei dati personali, Stefano Rodotà, del 13 settembre 1999. Atto di apostasia formale a tutela della propria reputazione. E spesso atto politico per affermare la volontà di vivere in un paese libero, laico e civile.

La redazione

 




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