giovedì 3 gennaio 2019 - UAAR - A ragion veduta

Meglio atei che cristiani ipocriti? Per una volta siamo d’accordo con Bergoglio

«Per una volta ci troviamo d’accordo con Bergoglio. Come non condividere infatti il fastidio che danno i credenti ipocriti (o i credenti in pubblico e non nel privato… come i pluridivorziati leader politici sul palco del Family day o che giurano sul Vangelo)?».

Adele Orioli, segretaria dell’Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti (Uaar), commenta così le parole pronunciate da Bergoglio alla prima udienza generale del nuovo anno, questa mattina nell’Aula Paolo VI in Vaticano, quando, rivolgendosi ai fedeli, ha detto: «Le persone che vanno in chiesa, stanno lì tutti i giorni e poi vivono odiando gli altri e parlando male della gente sono uno scandalo: meglio vivere come un ateo anziché dare una contro-testimonianza dell’essere cristiani».

«Quello dell’ipocrisia dei credenti sembra un concetto caro a Bergoglio», prosegue Orioli: «È infatti la seconda volta che interviene sulla questione. Già durante il suo viaggio in Egitto, quasi due anni fa, aveva detto che per Dio è meglio non credere che essere un falso credente, un ipocrita. E anche se per il papa siamo al penultimo gradino della considerazione ce ne faremo una ragione, ci siamo d’altronde abituati. Noi d’altro canto – conclude Orioli – siamo felici di poter dire senza paura di essere smentiti di essere coerenti con noi stessi e con le nostre convinzioni, mentre non altrettanto possono fare tutti quei credenti sedicenti tali che però si autoqualificano come “non praticanti”. Una contraddizione in termini che spesso incide e non poco sulle scelte e sulla libertà altrui».




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