Marta Maggetti: "L’Oro Olimpico è stato qualcosa di magico”
La sua medaglia d'Oro alle ultime Olimpiadi di Parigi ci ha regalato una delle emozioni più belle dell'intera rassegna a cinque cerchi. Oggi la bellissima atleta sarda ha deciso di rivivere con noi la sua fantastica impresa...
Ciao Marta! Innanzitutto grazie di cuore per aver accettato l'intervista. E ancora grazie per la splendida medaglia d'Oro che hai regalato alla nostra Patria ed a tutti gli italiani.
Per iniziare ti chiedo: come e quando hai iniziato ad appassionarti alle Vela?
Ho iniziato ad appassionarmi all’età di 8 anni, grazie a mio padre, anche lui windsurfista, e a mia madre, velista: è stato subito amore. Nelle acque del Poetto a Cagliari, insieme a me c’erano altri bimbi della mia età che stavano iniziando, perciò per me era un motivo supplementare di divertimento: tutti insieme, fuori a sfrecciare con i nostri windsurf, indipendenti, liberi circondati solo dal mare... Ho iniziato a fare le gare a 11 anni, al tempo non mi interessava troppo andare bene, l’importante per me era stare in gruppo, divertirmi, conoscere altri ragazzi e ragazze di altri Paesi e stare in acqua il più possibile, mentre iniziavo già a vincere, ma sempre con spensieratezza e senza ambizioni particolari...
Ma veniamo alla stretta attualità, ovvero al 2024, Marina di Roucas-Blanc, 3 agosto, Finalissima a tre per le medaglie: e tu fai la storia... Mi faresti una sorta di tua personale... telecronaca delle ultime fasi di gara che ti condurranno all'Oro?
Dopo aver passato la Semifinale sapevo di avere già una medaglia in tasca, e perciò mi sono subito commossa all’idea, ma nel contempo ero consapevole di trovarmi soltanto a metà percorso e che si poteva ancora far di più. In Finale ero conscia di non essere la favorita, sapevo che l’inglese Emma Wilson e l’israeliana Sharon Kantor sarebbero state inizialmente più veloci di me, quindi prima della contesa ho deciso con il mio allenatore di non forzare alla partenza, limitandomi nella prima parte di gara a tenerle sotto controllo senza prendermi rischi inutili. Così sono rimasta sino al primo giro al terzo posto ma molto vicino a loro due. Appena ho girato la seconda boa per iniziare il secondo giro, ho cercato il più possibile di avere vento “pulito” e di prendere margine, per avere la possibilità di fare la successiva manovra libera dalle loro vele. E così, dopo aver adottato una traiettoria alternativa, rischiando un po', ma con la consapevolezza che era la cosa giusta da fare, manovro per prima, mentre le altre continuavano sul bordo facendo più strada per la traiettoria. Io con quella virata [geniale, ndr] riesco a mettermi le mie rivali alle spalle. Con un po’ di emozione negli ultimissimi metri del campo, dove mi tremavano le gambe, taglio il traguardo con una soddisfazione mia avuta prima, consapevole di aver fatto la storia e che un qualcosa di magico era appena accaduto...
La prima cosa che hai pensato appena tagliato il traguardo?
Ho provato emozioni indescrivibili, ero incredula per quello che era appena successo ed avevo una gran voglia di riabbracciare subito il mio allenatore in gommone, i miei genitori a terra e tutto il mio team...
Le condizioni climatiche erano per te le ideali?
Le condizioni di vento e mare durante la settimana sono state abbastanza varie, dalla brezza leggera al vento da terra per niente costante. In Finale è arrivato il Maestrale con un'intensità di vento media che mi ha subito ricordato il mio mare sardo, perciò per me è stato un bel regalo.
Tu hai riportato in Sardegna un Titolo Olimpico che latitava da troppo tempo. Cosa vuol dire per te?
Beh, è sicuramente ancora di più motivo di grande orgoglio e soddisfazione: dopo il Mondiale vinto nel 2022, l’Olimpiade è un qualcosa che veramente mi ripaga di tutti i grandi sacrifici che si son fatti sin da piccola.
La Vela quanto è popolare in Italia?
In Italia la Vela è abbastanza popolare, forse più la Vela che il Windsurf, anche se in questi ultimi anni è cresciuto molto con i giovani. È sicuramente uno sport poco seguito rispetto a tanti altri. Ma la tecnologia moderna può aiutare a renderlo più visibile...
Chi è Marta nella vita privata?
Marta è una ragazza molto riservata, silenziosa e osservatrice, non gradisce essere al centro dell’attenzione ed ama tutto ciò che è natura, la fotografia, dove riesce a isolarsi ed a rilassarsi, ama disegnare e ascoltare musica, alla ricerca sempre di nuove canzoni e generi musicali e ama girare tutta la Sardegna, scoprire nuove coste dove surfare. Per lo più io sono sempre molto fuori dalla Sardegna; gli allenamenti federali sono tanti e si cerca sempre di stare il più possibile in bei posti dove si faranno le gare, per testare il campo. Una mia classifica giornata tipo è: sveglia 7:30, quindi colazione, poi palestra, più tardi merenda, briefing con allenatore per analizzare allenamento del giorno prima o sistemare l’attrezzatura (c’è sempre tanto lavoro da fare per tenerla al top). Poi pranzo e subito in acqua ad allenarci tutto il pomeriggio. Poi una bella doccia, stretching e dopo cena sempre un po’ di Netflix giusto per prendere sonno...
Come ti trovi nel tuo gruppo sportivo?
All’interno delle Fiamme Gialle mi sento a casa, per me è una grande famiglia dove rifugiarmi, senza di loro non sarei mai riuscita a continuare la mia carriera.
Tu oltre ad essere una grande atleta sei anche una bellissima ragazza: il tuo sport basta da solo a tenerti in forma oppure hai bisogno di qualche altro aiutino, magari praticando nei ritagli di tempo altre discipline a livello amatoriale?
Il mio sport è molto completo, partendo da braccia, spalle, dorso e gambe, pertanto riusciamo ad avere un fisico abbastanza armonioso; naturalmente oltre al windsurf si compensa sempre con la palestra, pesistica e qualche circuito per tenere allenato il cuore. Oltre a questo ogni tanto quando si riesce pratico il surf da onda molto propedeutico e tanto allenante.
Quanto conta l'alimentazione in questo sport?
L’alimentazione è sempre molto importante in uno sportivo. Di sicuro in ogni sport va gestita in modo diverso, ad esempio con la vecchia classe Rsx (quella di Tokyo 2020) bisognava essere molto più leggeri, quindi si faceva tanto più allenamento aerobico e si cercava di mangiare con molta cura e calibrazione. Ora l'IQ Foil invece richiede tanto più peso per cercare di tenere sotto controllo l’attrezzatura, che diventa ingovernabile se non si ha il peso giusto. Perciò sicuramente mangiamo tanto di più, però cercando sempre di mangiare alimenti sani, concedendoci ogni tanto qualche eccezione...
Chiudiamo chiedendoti quali saranno i tuoi programmi per il 2025.
Ora che si affronta un nuovo quadriennio, c’è tanto da riorganizzare, la stagione nuova sarà piena di impegni con probabilmente qualche novità sull’attrezzatura. Io ricomincerò con calma ad allenarmi: come obiettivo per il 2025 ci sarà sicuramente il Mondiale, e prima vedrò se fare qualche gara...
Grazie mille Marta! Ti auguro il meglio!