lunedì 7 settembre 2009 - Oceanus Atlanticus

Marittimi: diritto al voto ancora in alto mare

Dopo esattamente un anno e 5 giorni dalla presentazione della richiesta, da parte del SdM (Sindacato dei marittimi), del diritto di voto all’estero per i marittimi, presentata il 2 settembre 2008, e dopo quasi continui solleciti, il silenzio sul voto ai marittimi è ancora presente... Nonostante l’apparente impegno della segreteria della Presidenza del Consiglio dei Ministri, dopo 370 giorni il diritto di voto sembra essere ancora in alto mare..

Probabilmente lo staranno sciacquando, gli staranno togliendo le crosticine fatte in circa 61 anni dopo l’emanazione della Costituzione italiana?

C’è da premettere che questa non è stata la prima domanda avente come oggetto il diritto di voto all’estero dei marittimi: negli scorsi anni, anche su spinta della Chiesa, varie amministrazioni locali di comuni costieri hanno presentato quasi identiche richieste: tutte rimaste inascoltate...

Il 2010 sarà l’anno del miracolo democratico? I marittimi ormai già ci sperano poco... Ma quante belle cose si dicono in giro sulla Democrazia. Tutti a riempirsi la bocca di questo termine, ma in realtà per diversi cittadini esiste solo sulla carta ed i marittimi ne sono la prova lampante.

C’è da considerare inoltre che il diritto al voto è uno di quei diritti inseriti nella "dichiarazione universale dei diritti umani": Articolo 21 comma 1) Ogni persona ha diritto di partecipare alla direzione degli affari pubblici del suo paese, sia direttamente, sia attraverso rappresentanti liberamente eletti.

Se in questo articolo della "dichiarazione universale dei diritti umani" si parla di rappresentanti liberamente eletti è logico che debba esistere il diritto al voto. Non considerare che questo è un diritto di tutti e non solo della maggioranza dei cittadini è un preciso sintomo che una reale democrazia è ancora lontana da venire.

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