giovedì 31 agosto 2017 - Antonella Policastrese

Mario Decima rivisita il mondo dei miti

Quando la solidità storica dei fatti e di coloro che ne sono stati gli artefici sbiadisce sotto l’inesorabile luce del divenire, quelli vengono avvolti da un velo che a malapena ne lascia trasparire le forme; ed è cosi che essi divengono mito, si trasformano in leggenda.

 Colui che osserva i fatti ed i protagonisti in questa nuova veste, ne è affascinato, se non addirittura affabulato per cui, nel raccontarli, non riesce a trovare altra forma che non sia quella della fiaba. Così ha fatto Mario Decima nel suo nuovo libro il cui titolo è “Il fascino dei Miti” pubblicato da “Book Sprint Editore”.

L’autore, architetto e insegnante, nato a Crotone nel 1951, ha intrapreso questa sua carriera di scrittore da pochi anni e, seppure perdutamente innamorato della fisica quantistica, predilige i racconti di fantasia; i voli pindarici ai viaggi nella realtà e nella storia che comunque lo ispirano e dalle quali si limita a coglierne i fiori più belli. Così ha fatto Mario Decima in questo suo nuovo libro nel quale sono raccolte cinque storie ispirate ad altrettanti personaggi appartenuti al glorioso passato della città di Crotone e dintorni. In altri termini, l’autore racconta, quasi alla maniera di Plutarco, ma senza parallelismi, la vita romanzata degli uomini migliori di questa terra, da Milone a Giovanni Di Bona, il celeberrimo scacchista cutrese.

L’unico legame tra costoro e la storia è la certezza del loro essere esistiti realmente; su come hanno vissuto e cosa hanno fatto lungo il percorso delle loro vite si innesta il racconto di fantasia costruito dall’autore del libro intorno a ognuno di essi. Altra piacevole caratteristica del libro di Decima sono le illustrazioni intercalate tra le pagine; niente di più che schizzi acquerellati, alla maniera degli architetti, per l’appunto, che però favoriscono l’accostamento tra i protagonisti delle cinque storie narrate e le loro vite. La stessa immagine di copertina de “Il fascino dei Miti” è una illustrazione realizzata da Antonio Sfortuniano, di ispirazione magno-greca, tanto per non uscire dal binario principale che è, e resta, l’identità del popolo crotonese.

Fiabe concettualizzate e saggiamente contestualizzate, oppure storie narrate, come si accennava, in maniera fiabesca, che riconducono però a una origine storica del mito. Il nuovo libro di Mario Decima è dunque impregnato di inguaribile ottimismo e incrollabili certezze; prima tra tutte l’identità antica e nobile della terra che gli ha dato i natali. Non importa se le gesta dei cinque protagonisti di cui egli narra nel libro non abbiano riscontro fedele nella realtà storica; Decima li immagina a suo modo, così come Pier Paolo Pasolini immaginava i suoi Jago e Otello fatti rivivere attraverso una messinscena scespiriana di burattini nel cortometraggio “Cosa sono le nuvole”, episodio del film “Capriccio all’italiana”. Il burattino di Jago, che nella citata opera filmica di Pasolini è interpretato da Totò, si appresta a indurre il burattino Otello, impersonato da Ninetto Davoli a uccidere Desdemona. Al pubblico questa cosa non sta bene per niente e quindi irrompe sulla scena per dare un corso assolutamente differente alla storia ufficiale, narrata da Shakespeare, tra il Moro e la nobildonna veneziana.

I burattini sono fatti a pezzi e la storia anziché concludersi tragicamente su un letto di morte, finisce miseramente nella discarica dove sono stati gettati i due burattini distrutti dal pubblico inferocito. Eppure, anche lì i due burattini hanno modo di interloquire, prima che lo spazzino (Domenico Modugno) cantando gli struggenti versi della canzone “Cosa sono le nuvole” se li porti via. Jago (Totò) e Otello (Ninetto Davoli) ora guardano il cielo; uno chiede all’altro cosa senta in qui momenti e il burattino di Otello dice di avvertire qualcosa nitidamente. Ciò che egli avverte è la verità, ma Jago gli raccomanda di non nominarla, perché facendolo essa sparirebbe per sempre.

Ecco, Mario Decima ha romanzato e trasformato fiabescamente la verità biografica di alcuni protagonisti della storia crotonese. Il pregio del libro dell’architetto e scrittore crotonese sta forse proprio in questo suo volo radente sulla vita di crotonesi illustri, ben sapendo che qualora si fosse addentrato con la perizia di uno storiografo e la pignoleria di un ricercatore di professione, la verità della loro importanza nei tratti identitari di un popolo si sarebbe allontanata inesorabilmente. Meglio dunque che siano fiabe il vissuto dei protagonisti veri del suo libro; perché solo in questo modo i miti possono sopravvivere nel mondo delle certezze assolute, quale è divenuto il nostro; laddove di certo c’è anche il trionfo della disperazione come non lo era mai stato prima d’ora. Le fiabe ne arrestano l’azione. Mario Decima ha dato il suo contributo in tal senso nel consegnare alle stampe la sua opera “Il fascino dei Miti”.




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