lunedì 17 novembre 2008 - Antonio Mazzeo

Marines USA: nuovo comando per le operazioni in Africa

Nuova tappa del processo di penetrazione militare degli Stati Uniti nel continente africano. A meno di due mesi dalla costituzione di Africom, il Comando delle forze armate statunitensi per le operazioni in Africa, il Pentagono ha insediato presso la Panzer Kaserne di Boeblingen, Germania, un nuovo quartier generale delle Forze del Corpo dei Marines. Si tratta del comando speciale, “MARFORAF”, che avrà il compito di pianificare e dirigere tutti i futuri interventi dei Marines USA in Africa.

MARFORAF opererà congiuntamente con le autorità di Africom insediatesi in un complesso militare di Stoccarda, città che sorge a pochi chilometri da Boeblingen. "Il nuovo comando del Corpo dei Marines - ha spiegato il colonnello Mario Lapaix, capo dello staff di MARFORAF – fornirà assistenza e si coordinerà con le missioni di Africom per la promozione degli obiettivi di sicurezza nazionale degli Stati Uniti nel continente”. Sino ad oggi erano stati i centri dei Marine Corps del Nord Carolina, del Pacifico e dell’Europa a dividersi responsabilità e funzioni di comando dei reparti inviati per brevi missioni in Africa. A seguito dell’espansione qualitativa e quantitativa delle operazioni dei marines, il Pentagono ha deciso di dar vita ad un centro completamente autonomo. Per adesso opererà nella stessa infrastruttura militare che ospita USMARFOREUR, il Comando delle forze del Corpo dei Marines in Europa, ma è presumibile che entro un anno MARFORAF verrà trasferito in uno dei paesi africani alleati di Washington o in una base europea più vicina geograficamente al continente. Il principale obiettivo strategico del nuovo comando dei Marines sarà il “supporto alla lotta al terrorismo per ridurre la minaccia delle organizzazioni legate all’estremismo violento”, secondo quanto dichiarato dal colonnello Lapaix. MARFORAF ha già in programma un fitto calendario di interventi diretti, in particolare attività addestrative e supporto alla pianificazione operativa delle forze armate di buona parte delle nazioni africane. “Quando sarà necessario e verrà richiesto – ha aggiunto Lapaix – MARFORAR parteciperà alle operazioni di peacekeeping e agli interventi umanitari nel continente”.
 
I marines hanno inoltre pianificato per i primi mesi del 2009 la conduzione di due grandi esercitazioni multinazionali, “African Lion” e “Shared Accord”. Quest’ultima è un’esercitazione che si svolge su base annuale già da qualche tempo; l’edizione 2008 ha avuto sede lo scorso mese di giugno in Ghana e ha visto la partecipazione di circa 300 marines statunitensi a fianco della fanteria di marina del paese ospitante. MARFORAR prevede inoltre l’invio di reparti speciali alle attività di addestramento marittimo previste nel quadro dell’ “Africa Partnership Station APS”, la forza navale che gli Stati Uniti hanno installato in Africa Occidentale per operare congiuntamente alle unità militari di sei paesi dell’area. Unità dei marines parteciperanno stabilmente al programma “ACOTA” (African Contingency Operations Training and Assistance), il piano USA di addestramento, assistenza ed equipaggiamento militare delle nazioni africane. Secondo quanto preannunciato da Washinton, sin dal prossimo anno “piccoli gruppi di marines, a livello di plotoni e squadriglie”, presidieranno centri e basi operative del continente. Il primo di questi reparti raggiungerà la Liberia, paese che è stato sede - nel marzo 2008 – di una tappa della West Africa Training Cruise, la crociera di addestramento in Africa occidentale della Marina Usa. In quell’occasione il personale dell’US Navy e dei Marine Corps costruirono a Monrovia una serie d’infrastrutture portuali mobili, utili all’attracco e alle operazioni di carico e scarico di unità navali militari.
 
Parallelamente alla costituzione dei due nuovi comandi di Africom e MARFORAR, l’amministrazione Bush sta implementando in Africa una lunga lista di piccole infrastrutture terrestri, aeroportuali e navali che saranno “occupate” ed utilizzate dai reparti USA in caso di crisi. Unità navali della V Flotta con base nel Golfo Persico sono state dirottate verso le coste della Somalia per concorrere con le flotte della NATO e dell’Unione Europea alla “lotta alla pirateria” e alla protezione dei mercantili. La US Guard Coast ha pure deciso l’invio di proprie unità per monitorare le vie marittime più importanti del continente, mentre un reparto aereo con base presso la scalo siciliano di Sigonella opera in funzioni d’intelligence e “anti-terrorismo” nelle regioni del Sahara e del Sahel.
 
Gli strateghi statunitensi stanno pure valutando dove trasferire entro due-tre anni il comando Africom, oggi a Stoccarda. Marocco, Gibuti e Liberia hanno offerto la loro disponibilità ad ospitarlo, ma nel caso in cui motivi di ordine finanziario o di “sicurezza” ne sconsigliassero il posizionamento sul terreno africano, sarebbero pronte le alternative europee di Rota (Cadice, Spagna) o Napoli. A ulteriore conferma del sempre maggiore interesse geostrategico degli Stati Uniti per l’area, il comandante in capo delle forze navali in Europa con sede a Napoli-Capodichino, ha assunto pure il ruolo di “comandante per le operazioni navali in Africa”.



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