Marcegaglia contro la Fiat. Era sincera?

“Non ci sono soci di serie A e soci di serie B. Non agiamo sotto la pressione di nessuno, non pieghiamo le regole della maggioranza alle esigenze di un singolo. Sono finiti i tempi in cui l'agenda di Confindustria era dettata da poche grandi imprese”. Emma Marcegaglia, dal palco dell'assemblea generale, risponde così alle scelte di Fiat, intenzionata da uscire dal sistema confindustriale. Parole accolte da un forte applauso da parte della platea.
“Questo è il nostro obiettivo, questa è la stella polare che seguirò”, ha aggiunto, ricordando la missione conferitagli dalle assise di Bergamo che sarà il punto di riferimento della prossima azione di Confindustria. “Ho avuto la responsabilità di guidare Confindustria in anni drammatici, i più difficili degli ultimi decenni. Ho chiara l'azione riformatrice da portare avanti e lo farò ma senza strappi improvvisi, che fanno male alle imprese e al paese”, ha proseguito. “Conosco molto bene la realtà internazionale visto che la mia azienda di famiglia non ha mai preso un euro di contributo pubblico come la gran parte delle aziende presenti in sala”, ha sottolineato. Successivamente si è verificato un fitto scambio di opinioni tra il leader di Confindustria, Emma Marcegaglia e il presidente di Fiat, John Elkann nel corso dell'intervento del ministro dello Sviluppo, Paolo Romani.
Al centro del breve confronto, che si è svolto al tavolo di presidenza dell'assemblea, dove Marcegaglia e Elkann sedevano uno accanto all'altro, l'energica presa di posizione con cui Marcegaglia, poco prima, aveva risposto alla possibile fuoriuscita di Fiat da Confindustria. Un scambio di idee nel corso del quale, a quanto si è appreso, Elkann si sarebbe “lamentato” dei toni risolutivi usati da Marcegaglia per rivendicare il ruolo di Confindustria come espressione di tutte le aziende e non solo delle poche grandi imprese.
E come ha giudicato Susanna Camusso l’intervento di Emma Marcegaglia? “Una relazione precisa sull'imperativo della crescita ma una relazione che non fa una scelta sugli altri temi”. Così il segretario della Cgil ha commentato la relazione del presidente di Confindustria, uscendo dall'assembla nazionale. Ad esempio, “non si possono dire cose indistintamente e pensare che tutti siano uguali, io credo che questo non aiuti il cambiamento di cui il Paese ha bisogno”. “È giusto partire dalla riforma fiscale, è giusto dire di tagliare la pressione fiscale su lavoro e imprese ma bisogna indicare dove si aumenta la pressione fiscale e cioè sulle rendite”. Quanto all'appello di Marcegaglia di “uscire dalle imprese”, secondo Camusso è un'affermazione dalla duplice interpretazione. “La si può intendere - ha detto - come una chiamata alla responsabilità oppure - ha aggiunto - un invito a che qualcuno si candidi, ma allora deve indicare il nome”.