venerdì 6 ottobre 2017 - Damiano Mazzotti

Mancuso e i misteriosi poteri delle piante (VIDEO)

Il famoso scienziato Stefano Mancuso ha pubblicato “Plant Revolution”, un libro in cui descrive in modo semplice e ammirabile la vita intelligente delle piante (Giunti, 2017, 262 pagine).

Le piante non hanno sviluppato organi e così facendo hanno ridotto i loro punti deboli, quindi “distribuiscono sull’intero corpo le funzioni che gli animali concentrano in organi specifici. Decentrare è la parola d’ordine… le piante respirano con tutto il corpo… sentono con tutto il corpo”. Alcune piante sono in grado di sopravvivere al fuoco. Invece gli animali si sono evoluti per essere in grado di sfuggire ai pericoli e per ricercare un partner. A essere pignoli bisognerebbe precisare che “Gli animali, quindi, non risolvono i problemi; più efficientemente li evitano”.

Le piante, “Non potendo sfuggire all’ambiente, riescono a sopravvivere soltanto perché in grado di percepire sempre e con grande raffinatezza una molteplicità di parametri chimi e fisici quali luce, gravità, elementi minerali a disposizione, umidità, temperatura, stimoli meccanici, struttura del suolo, composizione in gas dell’atmosfera eccetera” (p. 149).

Gli organismi vegetali percepiscono e registrano “anche i segnali biotici quali la vicinanza o lontananza di altre piante, l’identità di queste ultime e la presenza di predatori, simbionti o patogeni” (p. 149). Probabilmente molte piante vivono più a lungo degli animali poiché riescono a proteggere quasi tutte le cellule staminali da un eccesso di mutazioni (studio sulla quercia dell’Università di Losanna). I fiori, i rami e le foglie derivano dalle cellule staminali.

Comunque anche le piante possono vedere. La cosa non è facile da dimostrare ma l’esempio di mimetismo quasi unico della Boquilla trifoliata rende molto probabile una buona capacità di visione ravvicinata attraverso gli ocelli. Infatti questa pianta rampicante originaria del Cile riesce a imitare la forma delle foglie di tutte le piante su cui si arrampica (p. 63).

Le piante possono muoversi, con movimenti attivi dovuti ai cambiamenti nel turgore delle cellule dovuto al “flusso osmotico di acqua”, e movimenti passivi legati al variare dell’umidità, cioè “a variazioni igroscopiche di alcuni costituenti della parete cellulare” (p. 97). L’ultimo fenomeno è quello coinvolto nell’apertura delle pigne, il primo è quello utilizzato dalla dionea, una pianta carnivora molto conosciuta dell’America del Nord. 

(https://www.youtube.com/embed/JFMHF...)

Il cervello delle piante è decentrato nell’estrema sensibilità e numerosità degli apici radicali (una piantina può sviluppare alcuni milioni di apici radicali interagenti). Purtroppo “la mancanza di tecniche o strumenti in grado di registrare i movimenti delle radici è il maggior ostacolo al progredire di ricerche sui comportamenti delle piante… sarebbero necessari sistemi non invasivi e continui di analisi dell’immagine tridimensionale dell’intero apparato radicale” (p. 151).

Inoltre nel libro si possono trovare aneddoti molto interessanti come quello relativo al ragazzino delle medie che ha involontariamente favorito un rapido avanzamento di una ricerca, poiché per gioco ha mostrato un suo metodo personale per far esplodere il seme dell’erodio (Erodium cicutarium, p. 108); oppure sul fatto che le piante possono schiavizzare molti insetti attraverso l’instaurazione di regimi variabili di dipendenza chimica (soprattutto nei confronti delle formiche).

In definitiva si può affermare che le piante sono più longeve e più flessibili degli animali: “Ogni organizzazione in cui la gerarchia affida a pochi il compito di decidere per molti è inesorabilmente destinata a fallire, specie in un mondo che richiede soprattutto soluzioni differenti e innovative” (p. 177). Ed è molto interessante constatare che “La topografia di Internet è molto simile a quella di un apparato radicale,” con “con un sistema distribuito e senza alcun centro di comando”.

 

Stefano Mancuso è uno scienziato molto conosciuto a livello mondiale. Insegna all’Università di Firenze e ha insegnato in università giapponesi, svedesi e francesi. È un accademico ordinario dell’Accademia dei Georgofili. Dirige il Laboratorio internazionale di neurobiologia vegetale (www.youtube.com/watch?v=d-mNMCbvmFo, https://www.youtube.com/watch?v=kPCPiFzy7hQ, www.linv.org, Sesto Fiorentino).

Nota – Il libro contiene molte foto e l’estrema facilità di lettura lo rende adatto anche ai ragazzi. Per visionare un breve approfondimento generale: www.youtube.com/watch?v=xcqDS53Sfz8. Il mondo vegetale rappresenta il 99 per cento della biomassa, produce tutto l’ossigeno che garantisce la nostra sopravvivenza e il processo di conversione dell’energia solare della fotosintesi clorofilliana è la base della catena alimentare. La struttura modulare delle piante viene presa come fonte di ispirazione da molti architetti, ingegneri e scienziati. Molte sostanze prodotte dalle piante sono diventati farmaci oppure sono state copiate dall’uomo diventando farmaci di sintesi chimica.

Nota utile ai coltivatori metropolitani e non – Contro la siccità si può utilizzare l’aceto puro. Cosa molto utile a chi vive solo, viaggia molto per lavoro e non può innaffiare regolarmente le sue piantine. Irrigando con l’aceto puro molte piante possono sopravvivere molti giorni senz’acqua (studio di alcuni scienziati giapponesi pubblicato su Nature Plants e citato in Focus di settembre).

Nota futurista – La popolazione crescerà in modo incontrollato per molti decenni, il 66 per cento del pianeta è costituito dagli oceani e “prima o poi, inevitabilmente, servirà coltivare il mare per produrre cibo” (p. 260). Jellyfish Barge è un brevetto perfezionato da Mancuso, che consiste in un modulo galleggiante che permette la coltivazione di ortaggi e di altre piante, autosufficiente per quanto riguarda l’uso del suolo, dell’energia e dell’acqua dolce (miscelata con acqua di mare).

Nota atipica – Il corpo umano è composto per il 90 per cento da microbi e per il 10 per cento da cellule umane. A Mancuso e ai suoi collaboratori consiglierei di approfondire lo studio della flora intestinale per facilitare le cure e per scoprire nuove terapie. In un video, al minuto 36, il Dr. Domenico Mastrangelo descrive il Microbiota umano, dove i batteri, i funghi e i virus interagiscono in maniera molto complessa e poco conosciuta: www.youtube.com/watch?v=dJkS3Wstw_Q. Anche se la flora intestinale è costituita soprattutto da batteri, per la sua estrema complessità rappresenta le radici del sistema immunitario degli esseri umani.




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