mercoledì 6 settembre 2023 - UAAR - A ragion veduta

Madonna abusiva! L’esorciccio a Trevignano

Le presunte apparizioni della Madonna di Trevignano hanno mostrato il confine fin troppo labile tra religione “istituzionale” e superstizione. Il caso impazza per mesi sui media, le affermazioni e gli atteggiamenti della presunta veggente imbarazzano la Chiesa cattolica, che prende le distanze: un vero e proprio cortocircuito del cattolicesimo nell’Italietta clericale. 

A Trevignano, ameno borgo laziale sul lago di Bracciano, è apparsa la Madonna. O almeno, è quello che sostiene la veggente che ne riporta i supposti messaggi. La vicenda impazza sui media e obbliga la chiesa cattolica a intervenire, stavolta per prenderne le distanze. Un caso emblematico che mostra il confine labile (e contraddittorio) tra religione e superstizione, tra religiosità “dal basso” e tonacata. Un piccolo cortocircuito ideologico del cattolicesimo nell’Italietta clericale.

Già il profilo della veggente è insolito. Maria Giuseppa Scarpulla è una cinquantenne di Patti, nel messinese, in passato imprenditrice nel settore ceramiche e nota anche come Gisella Cardia (il cognome del marito, Gianni). L’impresa fallisce, va in bancarotta nel 2013: lei è condannata, con pena sospesa. Si trasferisce a Trevignano e nel marzo del 2016 acquista, durante un pellegrinaggio a Medjugorje, una statuetta della Madonna che avrebbe iniziato a lacrimare acqua e sangue.

La statua è esposta per un periodo nel terreno con affaccio sul lago di proprietà della donna. Ogni tre del mese la Madonna appare e trasmette messaggi. “Appare” per modo di dire: nel consueto copione mariano, sono i veggenti in estasi che dicono di vederla riportando ai fedeli ciò che avrebbe detto. Col tempo il luogo diventa meta di pellegrinaggio, crescono i fedeli. E cominciano a fluire le donazioni. La veggente supera altri strascichi giudiziari: nell’ottobre del 2022 il tribunale di Civitavecchia prescrive un procedimento fiscale.

La chiesa cattolica all’inizio apre qualche spiraglio. Ma la veggente è troppo autonoma, disinvolta. Dice di ricevere stigmate su mani e piedi in tempo di quaresima. Il tutto “certificato” dalla neurologa Rosanna Chifari: già consulente per la Lega in commissione sanità al senato dal 2009, riferimento per no-vax e complottisti.

Cardia si attribuisce miracoli come la moltiplicazione di pizza, gnocchi e carne per sfamare ospiti. Resoconti quasi burleschi, ma d’altronde si inseriscono nella tradizione: non solo Gesù moltiplicava pani e pesci, pure diversi santi come Francesco hanno questo potere. I racconti paranormali non finiscono: ospite in esclusiva di Porta a Porta da Bruno Vespa, sostiene pure che il diavolo l’avrebbe sollevata da terra, cercando di strangolarla in bagno. Racconta che le è apparso Gesù: «è giovane, ha gli occhi verde azzurro, i capelli lunghi ed è molto bello».

La veggente dice di essere stata resuscitata dalla Madonna appena nata. Secondo una ex fedele, la santona si sarebbe attribuita una gravidanza miracolosa: incinta dello Spirito santo nel periodo di quaresima (si mantiene casta), avrebbe dovuto partorire un figlio maschio, da battezzare Emanuele, l’8 dicembre 2017 (l’Immacolata). Dalle ecografie non si vede nulla? Perché «all’interno c’era una materia di spirito e non terrena».

C’è pure il mistero del sangue che sgorgherebbe dalla madonnina. Sarebbe stato analizzato alla presenza del vescovo già nel 2016, che però non avrebbe divulgato gli esiti. Qualcuno sostiene persino che per «consistenza, colore e densità» somiglia a quello di maiale. Per altri, il Dna sarebbe della veggente, con caso archiviato. L’investigatore privato Andrea Cacciotti, con passate controversie e devoto alla Madonna (di Lourdes), fa esposti per presunte truffe agli ex adepti. Intanto, secondo il signor Cardia, la statua originale non lacrima più da un paio d’anni.

Oltre al sacro, non manca il profano. I fedeli elargiscono decine di migliaia di euro. Nasce un’associazione per promuovere il culto: il rappresentante legale è il marito della veggente, è un ente del terzo settore e sta negli elenchi permanenti del 5×1000 (racimola 3 mila euro nel 2021 e 4 mila nel 2022). Raccoglie donazioni in cambio di statue, promette progetti di solidarietà, firma convenzioni con un paio di strutture ricettive religiose del viterbese e almeno una panineria vicina per rifocillare i pellegrini.

Sul terreno miracolato vengono installate un’enorme teca per la statua della Madonna (una copia, non quella sanguinante), gazebo, panche infisse nel terreno, croci, la tettoia, una costruzione in legno, palizzate, cartellonistica; la strada viene brecciata. Sorge un santuario, senza permessi e senza che le istituzioni intervengano, con i fedeli che affluiscono da almeno cinque anni.

Ci sarebbe da riflettere sulla supina “tolleranza” delle istituzioni, quando si parla di religione. Solo nell’aprile del 2023 il Comune, sollecitato da comitati di residenti non contenti del clamore e ora che la Chiesa scarica Cardia, emette un’ordinanza per demolire le strutture abusive. Il terreno è a esclusivo uso agricolo e l’area sottoposta a vincolo paesaggistico dell’ente parco di Bracciano e Martignano. Il Tar del Lazio a giugno boccia il ricorso dell’associazione, confermando che gli abusi vanno smantellati.

La procura di Civitavecchia apre un’indagine contro ignoti per abuso di credulità popolare. Ci sarebbe anche da ragionare laicamente su quanto sia labile la definizione del codice e opinabile l’applicazione. Un amico della coppia, scosso da un incidente subìto dalla moglie, rimane impressionato dai presunti fenomeni mistici e dona ben 123 mila euro per il santuario.

È Luigi Maria Avella, cooperatore salesiano, laureato in teologia e con dottorato in mariologia, già funzionario del ministero dell’economia e autore di film agiografici sui santi. Di certo non un ignorante sprovveduto. Sente puzza di bruciato quando è nominato direttore dei lavori per la recinzione. Pentito, scrive un libello in cui smonta le apparizioni. E promette di fare causa per riavere quanto donato, quando la Chiesa smentirà quei miracoli.

Tutti questi aneddoti leggendari e crudi fatti li sappiamo perché il caso trevignanese esplode mediaticamente dai primi mesi del 2023. A Milano spunta un cartellone, giornali e tv iniziano a parlarne. A colpi di pettegolezzi, battibecchi, canti e controcanti, i programmi di “cronaca” e infotainment della tv nostrana (pubblica e privata) dedicano uno spazio spropositato alla vicenda, sulla scia del collaudato e ossequioso sensazionalismo bigotto.

Passano le settimane e i media smontano le pretese della veggente (continuando a farci ascolti), dato che ormai la Chiesa si defila. Celebrità note per devozione e riverenze clericali ostentano un beffardo scetticismo su Trevignano ma proclamano vere le apparizioni su cui la Chiesa mette il bollino. Una contraddizione messa ben in evidenza da Piergiorgio Odifreddi, il matematico “impertinente” e presidente onorario Uaar, tra pochi razionalisti che esaminano la questione lucidamente.

I presunti fenomeni miracolosi non sono prerogativa del cristianesimo: statue che piangono e teofanie pullulano nelle altre religioni e in quelle “pagane”, da tempi antichi. D’altronde il nostro ex voto deriva dal mondo romano, i templi ne erano pieni. Ma la Chiesa pretende di scremare i prodigi “veri” da quelli “falsi”. In base a criteri autoreferenziali, ragionamenti circolari, perizie da esperti di scuderia di certo non peer reviewed. Da un punto di vista razionale, tutti questi fenomeni sono superstizioni, segno di una religiosità emotiva.

Fin dall’inizio il cristianesimo vive questa tensione: i miracoli attribuiti a Gesù nei Vangeli e ai santi servono a convertire. O i veggenti dicono il falso, e allora la questione può virare sul giuridico se i fedeli si sentono truffati, oppure i santoni in buona fede “vedono” divinità e affini, allora la faccenda pencola sullo psichiatrico. Cosa distingue le apparizioni riconosciute dalle altre? Il fatto che abbiano acquisito una sorta di «pedigree» e una tradizione, con il passare del tempo.

Il vescovo di Civita Castellana Marco Salvi istituisce una commissione di esperti su Trevignano, che fa trapelare il «constat de non supernaturalitate». Per la Chiesa non c’è niente di sovrannaturale. Verso Pasqua del 2023 veggente e marito si rendono irreperibili. Ricompaiono dopo giorni, pressati dall’opinione pubblica lamentano «attacchi demoniaci». A maggio ripartono i raduni, sebbene sottotono rispetto a prima, ma le autorità non intervengono.

Nei primi anni la Chiesa dà qualche sponda al fenomeno, contribuendo a legittimarlo. In alcune occasioni la statua sbarca in parrocchia e pure l’ex vescovo Romano Rossi recita il rosario con la donna. I rapporti tra la veggente e i sacerdoti della zona però si deteriorano, probabilmente per il protagonismo della donna e i messaggi mariani ritenuti troppo apocalittici. Il nuovo parroco si rifiuta di tenere gli incontri di preghiera con la veggente. Marcia indietro del nuovo vescovo: sconsiglia ai fedeli di partecipare ai raduni e chiede ai sacerdoti di defilarsi.

La Chiesa scende in campo contro le “finte” madonne. Parte l’Osservatorio per le apparizioni e i fenomeni mistici della Vergine, think tank della Pontificia academia mariana internationalis. Trevignano è la punta di un iceberg, apparizioni non accreditate sono diffuse. Solo in Italia oggi le mariofanie sarebbero un centinaio: il Vaticano vuole mettere ordine in questo magma devozionale.

Per padre Stefano Cecchin, presidente dell’accademia, questi fenomeni si moltiplicano in modo «preoccupante», vari personaggi «utilizzano la figura di Maria per diffondere messaggi e usi non conformi al messaggio evangelico», «approfittano della semplicità, credulità, mancanza di formazione, incapacità critica, situazioni fisiche e morali, sofferenze e lutti». A volte dalle apparizioni lievitano persino “eresie”: come nel caso a Gallinaro, paesino nel frusinate. Una veggente per decenni si costruisce un seguito tollerato dal clero, finché dopo la sua morte il genero fonda una “Chiesa cristiana universale della nuova Gerusalemme” di cui si proclama pontefice: nel 2016, la scomunica papale.

L’osservatorio vaticano appare un tentativo grottesco, ammantato di razionalità, di arginare i culti superstiziosi e il protagonismo dei veggenti, cui la Chiesa d’altronde non fa altro che fornire carburante teologico. La direttrice dell’osservatorio, suor Daniela Del Gaudio, snocciola i criteri surreali per smascherare le “finte” apparizioni. Sono vere quelle che si conformano a dottrina e tradizione della Chiesa.

E i veri veggenti? Sono semplici, umili, spesso bambini perché, spiega con disarmante candore, avrebbero la «capacità di riferire così come sono state pronunciate le frasi dalla Madonna» senza manipolazioni. Come distinguere tra devozione popolare e credulità? Ovvio, la Chiesa è la guida: bisogna formare le persone a «una coscienza critica che sappia effettivamente avere fede, ma nei binari giusti».

La Chiesa ha sempre un rapporto ambiguo con le forme di religiosità popolare, spesso miste a elementi magici e superstiziosi. Prima è guardinga, poi tenta di smussarle e se gestibili di metabolizzarle e certificarle. Se il vaglio della Chiesa ha successo avviene quanto avvenuto a Fatima, Lourdes o Medjugorje: diventano luoghi di pellegrinaggio (con annessi affari del turismo religioso) e centri propulsivi di conversione. Ma se ci si trova di fronte a veggenti troppo eccentrici e a fenomeni troppo distanti dal solco tracciato dalla Chiesa, il tutto si sgonfia. Come sta avvenendo a Trevignano. Ma la base è la stessa: Medjugorje è una Trevignano che ce l’ha fatta.

Valentino Salvatore


Valentino Salvatore ripercorre queste vicende sul numero 4/23 di Nessun Dogma. Per leggere la rivista associati all’Uaarabbonati oppure acquistala in formato digitale.

 




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