mercoledì 7 marzo 2018 - Aldo Giannuli

M5s: una vittoria chiara, netta ma fragile

Di Maio è riuscito a sfondare al centro ed affermare il M5s come primo partito: questo è un risultato netto e fuori discussione e, per quanto siamo sotto sia il 40% che era l’obiettivo all’inizio, sia sotto il 35% che alcuni pensavano fattibile, comunque è molto al di sopra del risultato di qualsiasi altro partito.

 

Però è anche una vittoria fragile, cerchiamo di capire il perché:

a. ovviamente perché non ha totalizzato i seggi necessari a governare da soli, per cui dovrà comunque fare affidamento su altri che ovviamente faranno pesare i loro voti (e penso in particolare alla finanziaria)

b. perché, dopo una campagna elettorale spesa all’insegna dell’”andiamo al governo, è finita l’epoca dell’opposizione” non può fare altro, perchè se non ci riuscisse ora correrebbe il rischio di diventare poco credibile e perdere il suo momento migliore

c. perché un eventuale governo Di Maio sarebbe comunque a termine perché poi c’è la verifica delle europee e dovrebbe fare un anno all’insegna della campagna elettorale permanente

d. perché dovrebbe fare i conti fra i diktat europei e le resistenze degli apparati ministeriali

e. perché, infine, ha vinto nella parte più debole del paese, mentre resta fragile in tutto il nord

f. perché in Veneto è calato e questo fa pensare ad una offensiva di Colomban e Borrelli per le prossime europee.

Ammetto di essermi sbagliato sottovalutando il risultato del M5s, ma mantengo le mie riserve sulla linea politica, sul programma e sulla squadra. Faccio comunque i miei auguri che anche sul piano della conduzione del governo possa esserci una nuova sorpresa del M5s nell’interesse dell’Italia.

Avessi visto mai che per una volta l’abbiamo imbroccata…




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