venerdì 2 ottobre 2020 - Giovanni Greto

Luis De Pablo ottiene dalla Biennale Musica il Leone d’oro alla Carriera

Due sue composizioni al Teatro alle Tese

 

Un confortante inizio per la Biennale Musica 2020. Il primo concerto ha reso omaggio a Luis de Pablo (Bilbao, 28 gennaio 1930), cui il Direttore del Settore Musica Ivan Fedele ha deciso di attribuire il Leone d’oro alla carriera. Il presidente della Biennale Roberto Cicutto ha consegnato il premio, in assenza del titolare, “che però ci sta ascoltando”, e di cui ha letto un messaggio in forma di breve racconto – lui bambino in un negozio di musica, che cresce giocando e poi ascoltando, fino a diventare un musicista – ad una esponente di “Sugar Music”, il noto marchio italiano di editoria musicale.

Nella motivazione, letta da Ivan Fedele, c’è innanzitutto il riconoscimento all’opera magistrale del più grande compositore spagnolo vivente, geniale, dalla creatività inesauribile, che ha contribuito in misura decisiva a proiettare la musica spagnola in una dimensione internazionale aperta alle tendenze e ai linguaggi delle avanguardie. Ben conscio dell'isolamento culturale a cui il regime franchista aveva condotto la Spagna, acquisendo una vasta conoscenza delle culture musicali di tutto il mondo, in maniera estremamente ricettiva, de Pablo è riuscito a mettere in relazione la musica contemporanea con quella extraeuropea per la quale ha avuto sempre una speciale predilezione.

Prima del concerto è stato proiettato un breve documentario, “Dejame hablar”(lasciami parlare) di Samuel Alarcon. La pellicola è nata dalla richiesta da parte della famiglia del compositore di realizzare un documentario sulla sua figura e sull’importanza da lui avuta nel panorama della musica contemporanea spagnola e universale. Il regista nel realizzarla, è stato stimolato da una frase di de Pablo: “Non devi fare niente per intendere la mia musica. Devi solo ascoltarla”.

Due le composizioni eseguite, parti di un catalogo immenso che supera le 200 opere : Concierto para viola y orquesta, del 2018, in prima esecuzione assoluta e Fantasia para guitara y orquesta del 2001, in prima italiana. Sul palco, l’orchestra di Padova e del Veneto, diretta da Marco Angius, fra i più riconosciuti interpreti di musica contemporanea,

Ottima la scelta della strumentazione, che conferisce colore ad una musica armonicamente originale. Archi, fiati e percussioni si intrecciano in situazioni sempre differenti.

Molto bravi i due solisti. Per anni de Pablo, affascinato dallo “straordinario” violista Garth Knox, acoltato per la prima volta nel 1991, quando militava nel Quartetto Arditti, si era ripromesso di scrivere qualcosa per lui e finalmente l’occasione veneziana ha realizzato il suo desiderio. Nel Concierto, Knox spesso inizia in solitudine i tre movimenti in cui esso è diviso – Rapsodia, Susurro, Melodias secretas - per poi dialogare con arpa e violoncello creando, con un insistito pizzicato, un’atmosfera di suspense. Tromba e trombone, sia liberi che sordinati, danno ampio respiro con la loro sonorità, attraverso note lunghe o tappeti sonori stimolanti.

La Fantasia, spiega de Pablo nel catalogo, “è un brano composto nel 2001 su commissione di Radio France. E’ dedicato a colui che me lo commissionò, il grande chitarrista e amico Thierry Mercier. Il lavoro è diviso in quattro movimenti e il quarto si suddivide a sua volta in altri quattro : Solo I – Antano – Solo II – Hogano (Antano significa passato e Hogano presente in castigliano antico). Antano si basa sulla Fantasia IX di Alonso Mudarra (1510 - 1580), il che spiega il titolo della composizione”.

La chitarra, spesso dall’andamento spagnoleggiante, è riuscita a farsi sentire anche nei dialoghi con strumenti dal volume più forte, come il clarinetto basso, l’oboe, il fagotto e il controfagotto. Sono riusciti ad emergere anche i flauti, di cui ricordo un episodio misterioso assieme all’oboe e agli archi. Dopo un solo di chitarra, di pizzicati degli archi, nell’ultima parte, in un crescendo sonoro, si inserisce una rullata senza cordiera con uno stop di cassa che segna la fine del brano.

Applausi meritati, per i musicisti precisi ed attenti nel recepire la gestualità di Marco Angius, che dal 2015 è direttore artistico e musicale dell’orchestra.

Foto: Wikimedia




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