venerdì 23 gennaio 2009 - soloparolesparse

Licenze Creative Commons: vediamo come funzionano

Qualche sera fa fondamentale incontro organizzato da Progetto Atelier con gli avvocati Nicola Bottero e Massimo Travostino, giuristi del Centro Creative Commons Italia e facenti parte del gruppo di lavoro che ha tradotto e adattato alla legislazione italiana le Creative Commons americane.

Accatastati nei locali concessi dalla Babydocfilm sembravamo un’associazione carbonara ma il risultato della serata ha chiarito molti dubbi.

Ed ora cercheremo di chiarire come si usano praticamente le Licenze Creative Commons (dando per scontato che tutti sappiate cosa sono).

loghi-creative-commons
Un veloce cenno per capire perchè nasce la necessità di avere licenze diverse dal copyright.

In Italia la paternità di un’opera d’ingegno è automatica per legge. Questo vuol dire che se io realizzo una musica, una fotografia, un testo scritto (e quindi anche un blog), tutto questo materiale è in maniera automatica protetto da copyright ("tutti i diritti riservati") e nessuno può utilizzarlo senza una mia autorizzazione scritta.

Le CC nascono proprio per sbloccare questa situazione.

In particolare, con l’introduzione delle tecnologie digitali e con lo sdoganamento del web, diffondere cultura è diventato tecnicamente molto semplice ma legalmente rimane complesso.

Ecco che se rilascio la mia opera con una licenza Creative Commons chiunque si imbatte nel mio lavoro sa che può utilizzarlo a determinate condizioni ("alcuni diritti riservati").

Le combinazioni tra le varie licenze danno vita a sei tipi di licenze con diversi livelli di apertura. Rimane di base l’attribuzione, variano le possibilità su opere derivate e utilizzo commerciale, ma su questo è sufficientemente chiaro il sito di riferimento.

Come faccio in pratica ad attribuire una licenza CC ad un mio lavoro?


Questo era uno dei due punti su cui avevo confusione e che ho voluto approfondire e la risposta è stata decisamente rinfrancante.

Che la mia opera sia un blog, una canzone, un video o anche un libro edito da una casa editrice a stampa (quindi in maniera tradizionale e non sul web) il percorso è sempre lo stesso.

Vado sul sito Creative Commons e seleziono le opzioni che mi interessano per la mia licenza. Attribuzione, possibilità di creare opere derivate, utilizzo commerciale, con le loro sei varianti.

scegli-licenza-creative-commons
Al passaggio successivo verrà preparato un documento con le mie scelte.
Si tratta di un documento standard, uno dei sei possibili.

Come ultimo passo dovrò inserire sul mio blog, sulla mia foto, sul mio video o sul mio libro il logo corrispondente alla licenza scelta e mettere un link al documento (nel caso di un prodotto non digitale posso allegare una stampata del documento).

Nessuna necessità di registrarsi, nessun archivio, nessun database.
Semplicemente uno strumento per permettere ad ogni autore di decidere in che modo altri soggetti possono utilizzare la sua opera.

Come posso praticamente utilizzare un prodotto licenziato Creative Commons?

Questa era l’altra questione che mi interessava chiarire.
Quando utilizzo una foto sul mio blog, e questa foto è rilasciata con Creative Commons solo attribuzione (quindi avrà il suo loghettino ed un link alla pagina col documento) come faccio a dichiararne la paternità?

In linea di principio potrebbe essere sufficiente inserire un link alla pagina dell’autore della foto (cosa che ho sempre cercato di fare), ma il consiglio di Travostino è molto condivisibile: questo tipo di licenze sono nate per aiutare gli autori a farsi conoscere, a far circolare il proprio nome, quindi è decisamente più corretto attribuire la paternità indicando in maniera evidente il nome (o il nick) dell’autore.

Cosa che mi impegno a fare da questo momento in poi (e che nella blogosfera fa in maniera sistematica forse il solo Robin Good).

Insomma incontro fondamentale per chiarirmi le idee e spero che questo post serva a chiarirle anche a molti di voi.

Ultima nota. Non potevo certo farmi sfuggire l’occasione per approfondire quanto scoperto tramite Dario riguardo al misterioso incontro tra CC e SIAE svoltosi in questi giorni.

Bottero e Travostino hanno confermato che si è aperto un tavolo di incontro con l’obiettivo di chiarire i rapporti (che al momento sono un pò confusi) ed in particolare di liberare gli associati SIAE per l’utilizzo (anche) di licenze Creative Commons.

In questo momento infatti un autore registrato alla SIAE concede, gioco forza, mandato alla società di gestire ogni sua produzione e non può scegliere di licenziare un’opera in maniera diversa.

Prossimo incontro tra CC e SIAE previsto a Roma per il 27 gennaio.




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