giovedì 22 giugno 2017 - Giovanni Graziano Manca

Libri: Joyce Carol Oates - Epopea americana ( Voll. 1 e 2 )

Usciti nelle librerie il 18 Maggio u.s., i primi due volumi della monumentale quadrilogia di Joyce Carol Oates - Epopea americana, (“Il giardino delle delizie”, pubblicato, nell’originaria edizione americana, nel 1967, e “I ricchi”, pubblicato, sempre negli Usa, nel 1968) le edizioni Il Saggiatore si apprestano a pubblicare, nel mese di Ottobre prossimo, gli ultimi due volumi della serie (“Loro”, pubblicato nel 1969, e “Il paese delle meraviglie”, pubblicato nel 1971).

 Il primo dei volumi usciti di recente, peraltro, sembra apparentarsi alla lontana con lo Steinbeck migliore, quello, tanto per intenderci, di “Furore”e “La valle dell’Eden”. Con i citati romanzi, “Il giardino delle delizie” sembra avere in comune quanto meno, rispettivamente, l’argomento delle tragiche e frequentissime vicissitudini di molte delle famiglie di lavoranti agricoli che vagano per l’America rurale profonda alla ricerca di mezzi di sostentamento e quello dei conflitti intergenerazionali. In verità le influenze della Oates, se consideriamo nel loro insieme i quattro titoli citati, appaiono ben più articolate. E’, d’altro canto, la stessa Oates a sostenere che i romanzi “Il giardino delle delizie”, “I ricchi” e “Loro”, pur nel complesso concepiti dall’autrice come critiche all’America, alla cultura americana, ai valori americani, all’ American dream , tra loro differiscono notevolmente per linguaggio, tono e situazioni descritte. I tre romanzi facevano inizialmente parte di una informale trilogia oatesiana scritta negli anni Sessanta. “Il giardino delle delizie”, peraltro, è opera che, lo si scopre leggendo la postfazione dell’autrice, contiene anche qualche risvolto narrativo autobiografico.

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Miseria estrema, condizioni di lavoro degradanti, pratiche razzistiche inveterate, “Il giardino delle delizie” affonda le proprie radici nella realtà osservata dall’autrice durante la propria gioventù. Il romanzo, come un grande affresco, rispecchia una situazione di fatto piuttosto comune nell’America tra i Cinquanta e i Sessanta del Novecento. Nel libro i personaggi principali, appartenenti alla famiglia Walpole, vengono ineluttabilmente inghiottiti dal proprio destino; ad ognuno dei Walpole, a Carleton, Lowry e Swan, viene dedicata una specifica parte del romanzo. In “Il giardino delle delizie” la Oates, il cui nome, peraltro, figura non da oggi tra i più grandi nomi della letteratura americana contemporanea, mostra il suo straordinario talento di scrittrice “politica”. In sede di postfazione al primo dei quattro volumi scrive:

“La traiettoria di ambizioni sociali e tragedie sociali drammatizzata dai Walpole mi pare rilevante nel XXI secolo così come mi era sembrata alla fine degli anni Sessanta – non datata, ma amaramente enfatizzata dall’attuale disparità, in aumento, tra le classi sociali in America.”

E ancora la stessa autrice, in sede di postfazione al secondo dei romanzi, “I ricchi”, racconta di come il libro

“con il suo apice finale di violenza autodistruttiva, fu percepito come espressione di un malcontento radicale: la disperazione, la confusione e il rancore dei giovani americani idealisti di fronte all’America creata dai loro padri, cosi impregnata di ipocrisia e cinismo politico da sembrare, salvo estremi rimedi, ormai condannata.”  

Ce n’è abbastanza, crediamo, per rendere allettante la lettura di questi primi due volumi di un’opera che mette a nudo la perdita di innocenza dell’America e appare destinata a rimanere tra i classici di sempre della letteratura di quel Paese.




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