mercoledì 7 agosto 2019 - Emilia Urso Anfuso

Lezione di Educazione Civica: l’importanza dell’eloquio

In una società considerata civile, è molto importante comprendere la valenza di ciò che si dice, e come si dice. Negli ultimi anni si è diffusa la convinzione che parlare in maniera sboccata e volgare non sia cosa grave, tanto che alcuni lo considerano "moderno".

Errore: parlare, fare un discorso, dialogare, comunicare, ha sempre avuto - e sempre avrà - regole precise. 

Intendo dire: se non si fa attenzione a come si parla, anche il contenuto del discorso ne verrà a soffrire.

Esempio pratico: se dico "Cari amici, non concordo con ciò che state dicendo, ritengo quindi che la vostra proposta, seppur condivisibile dai vostri sostenitori, non possa esserlo per il nostro elettorato. Discutiamone serenamente per trovare un punto di incontro"

Sto, di fatto, dialogando, comunicando dissenso ma anche apertura verso il mio interlocutore. In maniera chiara, comprensibile, diretta.

Ora leggete quanto segue: "Hai rotto i coglioni, tu e i tuoi seguaci. Qua si fa come dico io e basta. E chi se ne frega della vostra proposta. Non ho alcuna intenzione di ritornare sui miei passi. Fattene una ragione. Chiusa qui".

Notate la differenza? Credo proprio di sì.

Ciò che ho appena scritto non allude ad alcun personaggio politico in particolare, ma è palese come il secondo esempio sia il metodo comunicativo maggiormente utilizzato in politica, diciamo negli ultimi 7 anni.

L'avvento del M5S sulla scena politica nazionale, con Grillo che esaltava le piazze con i "Vaffa Day", ha sdoganato - brutto termine che rende però bene l'idea - un modo di comunicare che non è solo parte integrante di uno stile di eloquio, quanto una devianza generale sulla civile convivenza.

Quando si giunse alle ingiurie dell'allora leader politico del movimento contro noi giornalisti, che arrivò a sbeffeggiare persino Rita Levi Montalcini, presi una decisione: silenzio stampa sul M5S. Che onorai per sei anni. Sono stata l'unica a farlo, coerentemente col comportamento troppo sopra le righe, che non va mai sostenuto, quanto combattuto. Quando parlo e quando scrivo, non mi permetto mai di trascendere. Esigo lo stesso comportamento da parte di tutti.

E' importante ciò che si dice, ma è ancora più importante come si dice.

Scadere nella volgarità, dimostrare di essere incapaci di mantenere un comportamento degno, e non parlo solo degli ambienti politici, corrisponde a un’involuzione nel percorso di civilizzazione dell’umanità.

Dal prossimo anno saranno reintrodotte le ore di lezione di Educazione Civica. 33 ore nel corso dell'anno, per parlare di Costituzione - che valore può avere oggi se non viene onorata da chi amministra la nazione? - cittadinanza digitale contro le fake news, l'ambiente...

Chi, tra noi, ricorda di averle seguite a suo tempo, probabilmente immagina qualcosa di simile, sbagliando, perché non esiste più nulla di ciò che abbiamo vissuto in passato in tal senso.

Dubito fortemente che dal prossimo anno si assisterà a una rivoluzione culturale, che parta proprio dal ritorno dell’apprendimento delle regole di civile convivenza, oltre che all’approfondimento delle nostre istituzioni. La società è cambiata, al punto tale che persino i personaggi da cui, un tempo, si apprendeva l’educazione, lo stile, la cultura, non possono esser presi a esempio.

Le conseguenze di tutto questo, è bene tenerlo a mente, stanno già modificando la percezione di ciò che è consentito e di ciò che non lo è. In un mondo ove tutto è reso possibile, dove non esistono limiti a ciò che si può fare e dire, con la convinzione che non siano queste le cose importanti, il tracollo della civiltà appare in stato alquanto avanzato.

Concludo, riproponendovi un mio pezzo pubblicato nel 2013 e alquanto diffuso sul web - Educazione Civica: la sola rivoluzione coerente.




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