giovedì 27 gennaio 2011 - Pere Duchesne

Lerner, l’eroico

“Purissima tempra d’eroe, sotto il fuoco di fila di insulti presidenziali, impavido ribatteva colpo su colpo”: così molti anni fa avrebbero motivato una medaglia al signor Gad Lerner, che osava dare del cafone al primo ministro sull’orlo di una crisi di nervi.

In realtà, non ho visto la trasmissione, sono anni che non guardo Rai, Mediaset e compagnia bella se non per qualche film o avvenimento sportivo (e questi ad audio spento, per l’insopportabile saccenteria dei cronisti), e quindi mi baso su quanto letto, sui giornali e tramite Internet. Immagino la selva di complimenti che avrà avuto, la valanga di mail e di pacche sulle spalle, e l’invidia degli altri big del teatrino televiso, che dovranno alzare ancora più la voce (e la partecipazione di puttane) per ottenere un simile risultato. Visto che esistono sconsiderati che dedicano piazze a Craxi, non mi meraviglierei di vedere una piazza, o una via, o almeno un vicoletto al Lerner, novello Matteotti: o cielo, Matteotti ci ha rimesso la pelle, Lerner e soci non ci rimettono proprio niente, anzi, magari un ritocco all’insù dello stipendio, visto l’audience, ma l’atto eroico resta, opporsi ad una dittatura (così sempra che esista in Italia a sentire certi discorsi).

Tanto che potremmo essere meno egoisti e prestarlo, anche per poco tempo, alla Corea del Nord o all’Iran, o anche solo a Cuba: allora sì che finalmente la gente di questi paesi potrebbe sentire qualcuno cantarla giusta ai dittatori. O forse, ripensando alla storia degli intellettuali italiani sotto il fascismo, non sarebbe proprio così, perché ho l’impressione che si adeguerebbero subito al regime, come è successo in Italia, dove gli intellettuali antifascisti sono spuntati dopo il 25 luglio, e qualcuno addirittura ancora dopo, passando dall’arruolamento volontario nella Repubblica di Salò per diventare poi fieri comunisti a guerra persa. Prima chiedevano prebende, aiuti finanziari, visibilità, anche potere, come i tanti Lele e Fede attuali. Se c’è qualcosa che in questi anni mi è sembrato peggio del signor Berlusconi è la compagnia di giro degli oppositori e sostenitori TV, soprattutto quelli pagati anche con il canone pubblico: non fanno informazione, ma cercano solo di emergere ed ottenere alti stipendi: credo che se questi fossero in pericolo, vedremmo tanti giri di valzer dei nostri rivoluzionari, a rischio zero e centinaia di migliaia di euro, se non milioni, all’anno.




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