lunedì 1 agosto 2016 - Paolo Giardina

Le tragedie della politica italiana

Ho ascoltato con grande interesse ed attenzione i vari messaggi video degli assessori e della sindaca a Cinque Stelle, nei quali, in breve, si fa il punto sulle difficoltà oggettive, proponendone anche la soluzione.

In fondo, che nessuno si offenda, questa fase fa pari col ciarlatanismo sfoderato da Matteo Renzi...

Per Eschilo, la tragedia era come una giustizia divina, per Sofocle traduceva l’infelicità dell’uomo, per Euripide rappresentava qualcosa di irrazionale e di passionale, per Aristotele si ergeva all’imitazione di un azione seria.

Per noi italiani di oggi, la tragedia è semplicemente il significato ultimo di un azione collettiva, con la quale tutti i protagonisti si “fanno” male a vicenda, ed ognuno gode delle disavventure dell’altro, che poi sono di tutti.

La capitale d’Italia, come tutte le città italiane vive situazioni, in molti, se non tutti i settori, al limite.

Ho ascoltato con grande interesse ed attenzione i vari messaggi video degli assessori e della sindaca a Cinque Stelle, nei quali, in breve, si fa il punto sulle difficoltà oggettive, proponendone anche la soluzione.

In fondo, che nessuno si offenda, questa fase fa pari col ciarlatanismo sfoderato da Matteo Renzi, il quale, sarà per proprie incapacità, sarà perchè guidato da entità oscure, non riesce a mettere in pratica i buoni propositi.

C’è una terza possibilità, sempre senza offesa, che si somma alle altre. Non riesce a trasformare le parole in fatti, in quanto sono troppi, molti, quelli che remano contro, interessati a mantenere, per tati motivi, lo stato attuale delle cose.

Al di là delle opposizioni, parlamentari ed extra, c’è soprattutto il fuoco amico che colpisce ed affonda con meticolosa precisione.

Ecco, se c’è una novità, almeno finora, dei Cinque Stelle, è il remare tutti nella stessa direzione, impegnati verso obbiettivi comuni.

Purtroppo, ed è manifesta nei messaggi a Cinque Stelle, rimane inalterata l’altra modalità… «noi siamo “più migliori” degli altri e quindi capaci di risolvere da soli i problemi».

Però, questa non è tragedia, è un altro filone: “Commedia all’italiana”.




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