martedì 23 novembre 2021 - Daisy Raisi

"Le sette porte. Il sogno di un amore" di Giovanni Boschetti

"[…] solo l'Amore è credibile e tale Amore fatto Bellezza, diviene Icona di Dio."

(P. Florenskij)

Le sette porte di Giovanni Boschetti, scrittore e iconografo, è un romanzo dal taglio originale, ricco di citazioni erudite, che non può essere ascritto a un unico genere. Avvolto da un alone di mistero, caratterizzato da un esiguo numero di vicende e personaggi nonché da una prosa poetica, erratica, visionaria, esordisce come autobiografia per poi prendere una piega ben diversa narrando fatti presentati come reali, che solo in un secondo momento sveleranno la loro valenza simbolica.

Contiene una lucida analisi della società attuale e dei suoi mali nonché dell’orrore e del sangue di cui è disseminata la storia dell’umanità, di cui l’autore, in una sorta di amplificazione della coscienza, avverte tutta la potenza del grido.

La prosa, da un certo punto in poi, si fa frammentaria avvalendosi di flashback di ignota provenienza, in una sorta di inarrestabile flusso di coscienza che partorisce immagini come istantanee, volutamente prive di riferimenti spazio-temporali, come le icone sacre e… l’amore.

Filo conduttore dell’opera è la ricerca di Dio, l’aspirazione a un Amore assoluto vagheggiato a partire dall’infanzia e soprattutto il ricongiungimento con una fede, forte, perduta intorno alla mezza età, che è anche esorcizzazione della morte, concepita, in queste pagine, come strumento di evoluzione.

La narrazione, tolta la parte autobiografica, è paragonabile a un meraviglioso sogno dell’anima - un sogno d’amore - che tende all’elevazione, e al termine del soggiorno terreno varca le sette porte fino ad arrivare al cospetto di Dio e diventare parte di un Corpo unico, di un Immenso Sapere.

L’autore, in queste pagine introspettive e spirituali, che, a tratti, si aprono a scene di pura carnalità, si interroga su argomenti di grande spessore: il senso della vita umana, l’aldilà, il rapporto con Dio e con la religione, e soprattutto l’amore nella sua accezione più alta, come estremo sacrificio di sé.

Frequenti i richiami all’iconografia sacra, porta d’accesso al mondo divino, “che fa da cornice alla ricerca di Assoluto”, e che per l’autore è pura passione convertitasi in lavoro, un lavoro percepito come una vera missione.

 

 

Se credi in una realtà che trascende la morte fisica,

e questo mondo limitato non ti basta,

se aspiri all'Assoluto,

questo è il libro per te.

(NdA)

 

 

 

 

 

 




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