lunedì 9 agosto 2021 - Doriana Goracci

Le piante non possono scappare

"Tra i rami dei grandi alberi mi sono arrampicato per guardare il cielo… con la loro frutta mi sono sfamato, con il loro legno mi sono riscaldato: a loro devo la mia vita…"scriveva Mario Rigoni Stern, un grande scrittore, uno dei più grandi lo definì Primo Levi.

Sapere che la Grecia e la Turchia sono sconvolte dagli incendi, non lenisce il dolore di sapere che anche l'Italia è sotto assedio delle fiamme, appiccate da delinquenti altrettanto imprendibili e spaventosi.

Ed è arrivata anche la notizia di due morti: Antonino Cilione, 34 anni, e sua zia Margherita Cilione, 53 - entrambi asfissiati dal fumo. Il giovane e la zia, originari di Bagaladi, ieri mattina dopo aver constatato che le fiamme stavano per invadere i loro poderi, coltivati a uliveto e castagneto, li hanno raggiunti, nel tentativo di arginare il fuoco.

"L’estate del 2021 in Italia è una stagione di roghi. Il nostro paese è stretto in una morsa di incendi e le regioni colpite dal fuoco sono diverse, come diverse sono le cause: non ci sono solo i piromani dietro agli incendi che stanno bruciando Sardegna, Sicilia, Abruzzo, Marche, Molise, Puglia e Calabria ma anche la mancanza di una pianificazione delle aree boschive e lo spopolamento delle aree più fragili."

Sa Tanca Manna era registrato nell’Elenco degli alberi monumentali d’Italia del ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali. Non è ancora detto, però, che dalle ceneri e dal fuoco l'olivo millenario non riesca a rinascere.L'incendio di Sa Tanca Manna rappresenta il doloroso simbolo della nuova tragedia ambientale, sociale ed economica che si è abbattuta sulla Sardegna. Sa Tanca Manna, è un ulivo selvatico con un fusto di circa 10 metri di circonferenza per un’altezza di 16 metri e mezzo, divorato dagli incendi divampati in Sardegna nei giorni scorsi.

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"Nella Bibbia, Noè salva dal diluvio universale una coppia di ogni specie animale ma si dimentica dei vegetali. Eppure è il ramoscello d’ulivo portato da una colomba a segnalargli che il diluvio è finito. Eppure la prima cosa che fa, terminato il diluvio, è piantare l’albero della vite."

Sembrano passati anni luce, i ricordi della canzone dei Doors Light My Fire: "Forza, tesoro, accendi il mio fuoco, cerca di incendiare la notte..." Era un caldo agosto del 1966, ora si tenta solo di spegnere questi maledetti roghi.

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La priorità è salvare vite umane, si, ma Ricordiamoci che le piante, gli alberi...non possono scappare.

Doriana Goracci

 




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