giovedì 20 agosto 2020 - Gerardo Lisco

Le alleanze da costruire e il ruolo della Società Civile

L’unica novità politica di rilievo di questa estate tormentata dal COVID – 19 è il voto sulla piattaforma Rousseau che ha posto fine ad alcuni dei vincoli che il M5S si era dato e cioè il limite ai mandati e il divieto di allearsi con altre forze politiche.

Con questo voto il M5S fa un salto di qualità non indifferente costruendo le basi per sbloccare il sistema politico italiano. Il percorso è iniziato lo scorso anno con l’appoggio dato all’elezione della von der Leyen a Presidente della Commissione Europea e con la rottura dell’alleanza con la Lega. Il merito di questo percorso di maturazione del M5S è riconducibile a diversi fattori: all’azione di Governo condotta dal Presidente del Consiglio Conte; alla presa d’atto che il risultato delle politiche del 2018 che ha visto il M5S al 33% è stata un’eccezione, visto che a partire dalle successive elezioni politiche e regionali il consenso si è ridimensionato drasticamente; alla consapevolezza che, dopo la perdita di elettori a favore della Lega, coloro che continuano a dare il consenso al movimento hanno una cultura in prevalenza di sinistra e di centrosinistra, a una buona dose di realismo politico e, perché no, anche di responsabilità politica. Come ha dichiarato lo stesso fondatore del movimento, Beppe Grillo, il M5S è nato da una costola del centrosinistra e, a partire appunto dalla scorsa estate, progressivamente sta ritornando all’origine. Gli altri passi che il M5S deve fare sono quello di definire la propria cultura politica mettendo da parte le contraddizioni che ancora contraddistinguono la sua azione politica e di darsi una organizzazione strutturata sul territorio. Le alleanze non hanno nulla di automatico. Sono un processo da costruire. Ancora per qualche tempo assisteremo alla presentazione di liste autonome all’insegna dell’isolamento e della presunzione, che ricorda molto il vecchio PCI, del “noi siamo diversi”.

La diversità è il principio cardine sul quale si regge la Democrazia come lo sono le alleanze tra partiti politici su proposte comuni. Per cui, più che essere “diversi”, è fondamentale essere in grado di costruire consenso e alleanze su un progetto politico il più ampio possibile all’insegna di una visione di Società. La Basilicata, a differenza di quanto è successo in altre Regioni, alle elezioni amministrative ha totalizzato il 22% dei consensi, cosa questa non da poco soprattutto se confrontata con il risultato delle altre regioni. Risultato regionale non confermato alle elezioni comunali della Città di Potenza dove, a fronte del 25 % delle elezioni europee, totalizza solo il 6% dei consensi. Questo dato avrebbe dovuto spingere il M5S potentino a riflettere sulle ragioni di una tale sconfitta aiutandolo a prendere atto che il proprio consenso ha una volatilità superiore a quella di qualunque altra formazione politica, che l’isolamento non aiuta e che per aver diritto alla candidatura non è sufficiente aver organizzato “banchetti”.

Il buon risultato del M5S alle regionali in Basilicata è strettamente legato ad alcune realtà territoriali molto forti, risultato della capacità organizzativa e di stare sul territorio da parte di alcuni gruppi dirigenti ( a Venosa il M5S amministra il Comune, elegge un Consigliere regionale e contribuisce ad eleggere anche un parlamentare; Rionero con l’elezione di un consigliere regionale sono l’esempio). Il M5S dovrebbe avere, senza pretese egemoniche, la capacità di prendere in mano l’azione politica a tutti i livelli iniziando a ragionare da subito con le altre forze politiche di sinistra, di centrosinistra e con il mondo associativo presenti sul territorio regionale. Cosa questa non facile da fare per il M5S soprattutto potentino il quale si bea della sua “diversità”. Come abbiamo potuto vedere in questi mesi l’esperienza al comune di Potenza che vede l’opposizione divisa tra Centrosinistra, Basilicata Possibile e M5S è in affanno. Centrosinistra e Basilicata Possibile sono capaci solo di litigare incapaci di mettere in campo un progetto alternativo alla maggioranza a guida Lega. Gli scontri provano che la fase politica uscita dalle ultime elezioni amministrative si è ampiamente esaurita. Lo scontro in atto tra un centrosinistra guidato da vecchi personaggi privi di qualsiasi progettualità, se non la riproposizione pura e semplice degli stessi temi per i quali i cittadini li hanno puniti, e la lista

La Potenza Possibile, della quale è apprezzabile il senso di responsabilità verso i cittadini nonostante i dissidi al suo interno e una evidente mancanza di progettualità, apre scenari inediti da costruire. Certamente anche il gruppo del M5S presente su Potenza ha limiti enormi come certifica il risultato delle elezioni comunali e la stessa azione condotta in Consiglio Comunale. La massima di Mao grande è la confusione sotto il cielo: la situazione è eccellente” si addice al contesto rappresentato dalla città di Potenza e della Basilicata più in generale. Data la confusione che segna la fine di una stagione politica questo è il momento di aprire un confronto al fine di costruire una prospettiva politica che non sia dettata dal solito “familismo amorale” o dalla mancanza di senso civico della Società lucana. A dare ordine alla confusione che regna sotto il cielo dovrebbe essere la Società civile lucana la quale se esiste ha il dovere di battere un colpo.

Foto di Free-Photos da Pixabay 




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