lunedì 26 settembre 2016 - soloparolesparse

La vita possibile, quanto è difficile ricominciare una vita

Mettere un film nelle mani di Margherita Buy e Valeria Golino è un po’ come dare il pallone in mezzo al campo a Pirlo. Sei in cassaforte. E La vita possibile ne esce con la forza che le due attrici riescono a dare al film di Ivano De Matteo con una serenità imbarazzante.


Il film racconta una storia che è purtroppo di clamorosa attualità. Una donna trova il coraggio (chissà dopo quanto tempo) di prendere il figlio tredicenne e fuggire dal marito che la picchia regolarmente. Via da Roma e arrivo a Torino, a casa di una vecchia amica che vive sola.

Ricominciare una vita a quasi 50 anni non è però una cosa semplice ed è questa la storia che De Matteo prova a raccontarci. Ad aiutare Anna ed il piccolo Valerio ci sono l’amica Carla e un francese, gestore di una taverna di Borgo Dora, dove i due si trovano a vivere.

Trovare lavoro, conoscere nuovi amici, ricostruire una vita, la strada non è semplice…


Il film è delicato, si fonde perfettamente nella città. De Matteo è bravo a scegliere le location di volta in volta più adatte agli umori dei protagonisti.

In fondo è il racconto di una serie di storie, di una serie di solitudini. Abbiamo la donna in fuga che cerca un futuro per se e per il figlio. Il ragazzino che si ritrova piombato in una realtà che non conosce. L’amica che finge serenità e giovialità ma nella vita non ha concluso ancora nulla. Il francese con un passato misterioso ed anche la giovane prostituta con la tristezza della sua vicenda che si riflette sul suo volto da bambina (emblematica la sequenza al luna park).

Buy compassata nel suo ruolo, Golino davvero eccellente, istrionica, che regala anche sorrisi veri. E molto bravo anche il piccolo Andrea Pittorino (che in effetti ha sulle sue giovani spalle già una notevole esperienza).

De Matteo in conferenza stampa ha detto di aver voluto raccontare la vita difficile del dopo denuncia, senza indugiare sulle violenze e sul voyeristico. Per farlo ha parlato con le donne aiutate nei centri antiviolenza, le ha conosciute, ha scoperto le loro storie, le loro difficoltà, le clamorose incongruenze della legislazione italiana.

I risultati si vedono.




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