giovedì 7 febbraio 2019 - La bottega del Barbieri

La valigetta nucleare di Trump

Leggendo le notizie fornite da alcuni quotidiani on-line sono stato attirato da una in particolare. L’annuncio che il Presidente americano Trump avrebbe invitato, sembra con stizza, l’Ufficio di Intelligence, che ha stilato un documento per cui non si rilevavano oggi pericoli nucleari da parte dell’Iran, a studiare meglio la situazione.

La notizia era però presentata con un appunto al Presidente che avrebbe sbagliato ortografia in una parte della risposta. Non si commentava il fatto che un presidente eletto da circa 2 anni potesse permettersi di dare una tale risposta ai propri Uffici Federali che preesistevano al suo incarico attuale.

C’è un altro aspetto da considerare. Si sa che il genero del Presidente è molto legato ad ambienti israeliani. Lo Stato di Israele è notoriamente anti-Iran, tanto da permettersi di bombardare zone siriane in cui, con il permesso di Damasco, stazionano gruppi militari iraniani o loro alleati.

Il presidente Usa avrebbe notizie di carattere contrario rispetto a quelle dei suoi Uffici? O forse queste non rispondevano al suo desiderio, molto accentuato, di attuare politiche indipendentemente dalla realtà? In tempi “nucleari” – sottolineo la parola “nucleari” – questo distacco non sarebbe pericoloso per tutti ? Si rivivrebbe un «gioco» già apparso con Kim-Jong sul tema del pulsante più grosso che uno dei due avrebbe avuto, per sconfiggere l’ altro. Ma il gioco riguardava solo i due presidenti? I loro popoli non c’entravano per niente? Qualcuno, illusoriamente, pensava di uscirne vittorioso? In Corea del Sud c’erano diverse migliaia di soldati americani e, presumibilmente, ci saranno ancora…

Questo tema del pulsante mi ha fatto ricordare una certa valigetta chiamata «Football» (*). Sembrerebbe normale che da un oggetto con questo nome possano derivare milioni, se non miliardi di persone uccise in vari modi, a seconda delle circostanze? Mi spiace dirlo, ma sembra proprio così: «tutto normale». E’ la valigetta, in questo caso, statunitense, di comando per “attacchi” o “difese” di vario grado, nucleare compreso, in tutte le parti del mondo. Insomma, avendo un migliaio di basi militari sparse in varie zone geografiche, occorrerà sicuramente un mezzo che possa comunicare con tutte. Non c’è un pulsante che fa partire direttamente un’arma. Si dà disposizioni di farlo, in accordo con vari responsabili delle forze armate, previo riconoscimento con il biscuit (biscotto o galletta in termini militari spiega il dizionarioRagazzini italiano-inglese), tessera metallica con i codici che permettono a un presidente di farsi riconoscere come “Commander in chief” a tutti i vari militari interessati.

Non si sa (o non lo so io) se altri Presidenti di altri Stati abbiano valigette simili. E’ probabile che qualcuno possa averla. Sarebbe augurabile che oltre al NON uso di questa, non abbia riferimenti a giochi di squadra o comunque sportivi. La storicità del presente non lo permetterebbe. La nostra presenza umana sul Pianeta Terra – e non lo dice solo il sottoscritto, modesto o immodesto che possa essere – è a rischio. Sarebbe utile che governati e governanti si rileggessero il Testamento spirituale di Einstein nato in quel primo periodo di nascita del nucleare, con tutte le angosce che molti fisici (non tutti) hanno attraversato: come può ancora succedere… DOPO non sarebbe possibile. Non vogliamo capire che non ci conviene – con l’ intelligenza che abbiamo elaborato in tutta la nostra evoluzione sociale e storica fino a oggi – tentare di riprovarci ancora.

Viva la nostra Umanità: fatta di gioie e dolori, ma Umanità che deve continuare la Vita.

(*) Le informazioni su «Football» sono ricavate soprattutto da un articolo di Stefania Maurizi del 5 febbraio 2017 su «la Repubblica»)

LA FOTO è – secondo Wikipedia – la valigetta nucleare detta Football.




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