giovedì 26 novembre 2015 - Camillo Pignata

La tensione Russia/Turchia: un’occasione per chiarire gli equivoci nel fronte che combatte l’ISIS

La Turchia ha abbattuto un jet russo, che sorvolava il suo territorio, al confine con la Siria. Gli sconfinamenti, in zone belliche, sono un fatto normale e di solito tollerati, quando non c’è contrasto grave tra i paesi confinanti. Ma tra Turchia e Russia, c’è un contrasto strategico. Erdogan vuole cacciare Assad, trasformare la Siria in uno stato sunnita e realizzare una sfera di influenza turca nel Medio Oriente. Putin vuole salvare Assad, per creare una sfera di influenza russa, che estrometta dalla zona gli americani .

La Nato e gli USA hanno preso le parti di Ankara. Obama ha detto che la Turchia ha il diritto di difendere il proprio territorio. Ma Ankara ha una posizione equivoca verso il califfato. Putin è stato molto esplicito al riguardo. Sul territorio turco passano petrolio, armi e guerriglieri per l’I.S.I.S.

L’accusa di Mosca, è grave e dai risvolti sconvolgenti. Se la Turchia appoggia l’ISIS, viene meno la reciproca fiducia tra i paesi NATO e quindi le ragioni di permanenza di questo Stato in questo organismo. E d’altra parte, se gli USA e i paesi NATO, coprono la Turchia ,coprono anche l’ISIS?

Ma quello che vale per la Turchia, vale anche per altri paesi che combattono il califfato, che hanno posizioni parimenti equivoche verso la Jihad. La Russia combatte i curdi, che combattono l’ISIS. La Turchia combatte i curdi che combattono l’ISIS. Nella coalizione che combatte i terroristi ci sono paesi che lo finanziano e gli forniscono armi. Le imprese occidentali fanno accordi joint venture e commesse di armi con questi paesi. Il Qatar è il maggiore azionista della borsa di Londra.

I rapporti commerciali tra USA ed Arabia saudita sono noti e consolidati e comprendono anche commesse di armi. Le imprese italiane hanno fatto un accordo con il Qatar di 146 milioni di euro per la fornitura di armi.

E allora non serve a niente dire, come ha detto Hollande, di abbassare la tensione, se tutti gli equivoci, quelli Turchi e quelli degli altri paesi, restano in piedi. Bisogna mettere le carte sul tavolo e chiarire tutto, diversamente, la lotta all’I.S.I.S sarà sempre un’anatra zoppa, minata da diffidenze, sospetti ed incomprensioni.

Il punto è il rapporto tra Obama e la finanza americana, Erdogan e la finanza turca, Renzi e la finanza italiana, insomma il rapporto tra politica e finanza.

(Foto: kremlin.ru/wikimedia)




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