lunedì 26 aprile 2021 - Antonio Citera

La strage dei dimenticati, la storia di Mohammed

Ancora morti, ancora sogni infranti di persone ignare della loro sorte. Una sorte beffarda che le spinge oltre quello specchio d'acqua difficile da attraversare. Sono 130 o, forse meno, forse di più, non lo sappiamo, loro non hanno un nome, sono soli abbandonati e fatti morire in mare, tra l'indifferenza generale.

 Dalla Libia volevano raggiungere l'Europa, forse l' Italia, per coronare un sogno di speranza. Come Mohammed, un ragazzo come tanti che giace nei fondali di un mare buono ma, maledetto. La sua storia è quella di tanti come lui che non ce l'hanno fatta. Mohamemd, 30 anni di Settat, città marocchina a pochi km da Casablanca. Una storia fatta di sogni, speranze, finita tragicamente a pochi km dalla costa siciliana, a pochi attimi dalla meta.

Un ragazzo come tanti, appassionato di calcio, solare e innamorato della vita. Nel suo cassetto dei sogni, raggiungere l’Italia, raggiungere i tanti amici che vivono nel Vallo di Diano. Un sogno coltivato per anni, con sacrificio e costanza. Per mettere da parte i soldi per il viaggio, tanti lavoretti saltuari, dal panettiere al muratore, dal facchino all’imbianchino. Poi finalmente la partenza. primo tratto lo fa utilizzando l’aereo fino in Libia poi, insieme a 500 persone, viene imbarcato su un vecchio “barcone” allo stremo della realtà, accovacciato a terra come un animale bastonato. Un viaggio assurdo, giorni e notti di navigazione senza cibo, senza acqua, in balia delle onde e del freddo. Stava raggiungendo la sua meta Mohammed, quando all’improvviso alla vista di un elicottero della Marina Militare Italiana, l’equilibrio a bordo si sgretola e, l’esigenza di chiedere aiuto si trasforma in confusione che fa ribaltare la precaria imbarcazione. Mohamed non sapeva nuotare, il suo corpo non è stato mai ritrovato. Una vita spezzata nel fiore della gioventù, un sogno mai realizzato il suo. Dopo tre anni gli amici, tanti, che vivono nel Vallo di Diano, lo ricordano commossi.

Foto di Pexels da Pixabay 




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