La stanza accanto
Due ex giornaliste – che sono state anche in “teatri” di guerra - si reincontrano quando una di esse sta firmando copie di un libro dopo averlo presentato a dei lettori.
L'occasione è buona per ripercorrere loro momenti del passato, una mostra maggior necessità di confidarsi all'altra: un rapporto problematico con una figlia che non vede più, un “abisso di silenzio” (testuale) dalla pubertà di lei, che le rimproverava di non averle mai parlato del papà con cui fu concepita, lei che divenne mamma da quasi adolescente. Ora è pronta ad “abbandonare la festa”, a questo modo confessa il tumore che la condanna: i medici vogliono che continui a “combattere”, lei che di cure non ne vuole più. I corpi delle persone sono pure dei “teatri” dove i medici sperimentano la loro arte. Ma una pillola procuratasi nel “dark web” le consentirà di andarsene quando la sofferenza diverrà insopportabile.
E' un film insolito da parte del 75enne Almodovar, tratto da un romanzo di Sigrid Nunez (What are you going through), non contiene quasi alcuno dei temi che lo hanno interessato e con cui ci ha intrattenuto nella sua lunga carriera: è stato, dice un critico cinematografico, “viscerale, sfacciato, pacchiano e perfino volgare” e i suoi temi sono stati abbondantemente “su aspetti vivaci e immediati della vita: amore, sesso, desiderio, rimpianto” (appunti copiati dal testo di esperti addetti ai lavori). Da anziani succede di considerare la morte come un “avvenimento” un poco più vicino o probabile.
Ricorda una fase analoga per un'altra protagonista, quella di Plan 75, film più espressivo e toccante, di sensazioni trasmesse e sentite dallo spettatore. Questo invece è molto parlato, tra una scrittrice e una giornalista del resto c'è da aspettarsi un profluvio di parole, troppe: la morte spiegata, attesa, preparata. E anche qualcosa che c'entra poco, in un film riempito di qualche cianfrusaglia non proprio attinente: come l'amica che sta accanto alla moritura in una casa che ha preso in affitto e sfiora, ma solamente sfiora, la possibilità che un istruttore di palestra possa improvvisamente abbracciarla; o come l'inquisizione poliziesca finale che si conviene ai film americani, perché nel film siamo in America.
Lo archiviamo?