venerdì 11 giugno 2010 - Professional Consumer

La stagione economica: sovrapproduzione o insufficienza della domanda?

L’alterazione dal rapporto di scambio Produzion /Consumo esprime il connotato singolare della stagione economica contemporanea.

Sovrapproduzione di offerta o insufficienza della domanda?

Si insomma, merci oltre la capacità di acquisto o acquisti insufficienti a smaltire quelle merci?

Questi i corni del dilemma che interroga chi sbircia l’economia, che attendono risoluzione.

La stagione economica: sovrapproduzione o insufficienza della domanda?

Chi suona il corno della sovrapproduzione invoca quei processi deflattivi del mercato efficiente, in grado di ridimensionare i prezzi delle merci; un aumento insomma del potere d’acquisto dei Consumatori.

L’altro corno invece viene sfregato da quelli che dicono: se la domanda risulta insufficiente si aumenti il numero dei Consumatori per non mortificare la capacità produttiva. Prendono dati li confrontano: gli USA hanno un PIL di 15 trilioni di $ i consumi di 10; la Cina PIL di 5 trilioni, i consumi solo di 2; così rintracciano aspiranti acquirenti.

I margini di crescita della domanda sono ficcati dentro quei Pil procapite dispari: negli USA 46.400$; in quelli del BRIC, paesi ad alta crescita, 35.000$; Brasile 10.200, Russia 15.100, India 3.100, Cina 6.600.

Questo 43% della popolazione mondiale produce il 15% del Pil mondiale; gli USA, solo il 6% producono  il 22% del Pil: una gigantesca domanda potenziale per dare sostegno all’offerta.  

 

Non è tutto oro quel che luccica: l’esercito di inoccupati di scorta consente ai Produttori del BRIC di erogare, a chi lavora, redditi bassi; i consumi dentro quei confini ancor più bassi, le vendite oltre confine  alte. I Produttori d’oltreconfine si tengono la sovrapproduzione. Erogare, per quelli del BRIC, aumenti dei redditi da lavoro aumenta il costo di quel lavoro ed il costo dei loro prodotti; diminuisce l’appetibilità delle loro merci nel mondo; perdono mercati che non vogliono perdere, si apre il loro mercato che non hanno convenienza ad aprire. Lo mostra il deficit della bilancia commerciale USA; lo conclama il controllo del valore di cambio della moneta Cinese.

Bricconi questi: redditi bassi, prezzi competitivi, potenziali consumatori tenuti in stand-by; opportunità per creare nuove aziende per nuove merci - magari chic, pure hi-tech, finanche trendy; barricano l’ingresso ai loro mercati e non solo.

Intercettano i redditi insufficienti del mondo ricco a cui danno ristoro con merci low-cost e op danno sostegno ad un’ altrimenti insufficiente crescita economica globale.

Braccati quelli che restano fuori: ancora eccesso di offerta, ancora insufficienza di domanda che brucia capacità produttiva e profitti; ancora renitenti ad investire, magari parte degli utili di impresa, magari per erogare redditi sufficienti, senza i quali non si smaltisce la sovrapproduzione, con i quali si genera domanda che smaltisce.




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