mercoledì 29 luglio 2020 - Slow Revolution

La solidarietà viaggia in sharing elettrico

Aiutare chi è in difficoltà favorendo la mobilità sostenibile. È l’intento del progetto GaiaGo Mini, iniziativa sperimentale attivata a Milano e voluta dalla start up GaiaGo in collaborazione con la società assicurativa Mansutti. 

L’idea è di supportare i piccoli commercianti di quartiere penalizzati dalla chiusura forzata delle attività imposte dalla quarantena incentivando i dipendenti di Mansutti effettuare acquisti presso bar, ristoranti, gelaterie, parrucchieri e gli altri negozianti aderenti all’iniziativa. Chi vorrà sostenere le piccole realtà verrà premiato con dei codici sconto univoci da utilizzare in servizi di mobilità condivisa. In particolare, i coupon digitali potranno essere utilizzati per il nolo gratuito di 15 minuti degli scooter elettrici forniti da MiMoto e GoVolt, quest’ultimo sul mercato anche con la condivisione di monopattini elettrici. A completare l’iniziativa è l’auto elettrica messa a disposizione gratuitamente da GaiaGo ai lavoratori dell’azienda assicuratrice per la durata della sperimentazione (tre mesi). Un progetto “piccolo”, ma significativo per i messaggi emanati: solidarietà, inclusione sociale, sensibilizzazione della cultura della condivisione e della mobilità sostenibile. Valori che si spera si possano replicare in altre iniziative analoghe.

La Community Mobility Sharing

Il progetto “Mini” è, in realtà, soltanto un piccolo pezzo di un puzzle di una nuova visione di mobilità promossa da GaiaGo. Si tratta della Community Mobility Sharing, ossia di un’evoluzione del tradizionale servizio di condivisione, ma concepito per piccole comunità, come condomini, quartieri, strutture ricettive o aziende. L’intento è sempre di ridurre il tasso di motorizzazione italiano, uno dei più alti d’Europa con 64,4 auto ogni 100 abitanti (Fonte Isfort), e di abbattere l’impatto ambientale dei trasporti, con-causa di quasi 80.000 decessi prematuri per smog (fonte Agenzia europea per l’ambiente) nella Penisola. Rispetto allo sharing tradizionale, però, qui i veicoli sono esclusivamente a emissioni zero e si aggiunge pure un desiderio di creare comunità, obiettivo non secondario in una società individualista “programmata” per dividere anziché unire.

Il cuore in un hub di mobilità

Il cuore del progetto si basa sul rendere disponibile per la comunità di riferimento un hub della mobilità, ossia un luogo dove sono presenti le infrastrutture di ricarica e i veicoli elettrici in condivisione. Questi ultimi possono essere auto, ma pure scooter elettrici, bici a pedalata assistita, cargo bike, monopattini o furgoncini a batterie per il trasporto di oggetti voluminosi o per esigenze particolari, come l’andare a fare la spesa in gruppo. Il sistema, infatti, ruota attorno a una piattaforma tecnologica con un’app open source per smartphone come interfaccia che rende possibili l’uso congiunto del mezzo in modalità car pooling, merito pure della presenza di una chat per dialogare con gli altri utenti. Dall’applicazione si possono anche effettuare le prenotazioni, localizzare, sbloccare e bloccare il mezzo, programmare le uscite settimanali o mensili, chiamare l’assistenza stradale, denunciare un sinistro o pagare la tariffa di nolo se prevista. Un’altra opzione rileva la CO2 risparmiata con l’uso di un veicolo a zero emissioni e abilita ad eventuali sfide di gamification dove l’utente più virtuoso nel limitare il proprio impatto può ricevere premi o buoni d’utilizzo gratuiti.

I vantaggi delle comunità condivise

A credere nel Community Mobility Sharing è per ora un’azienda energetica nazionale che ha attivato la condivisione di mezzi elettrici per i propri dipendenti. Presto si dovrebbero aggiungere una struttura ricettiva di Roma, l’Albergo Etico con l’obiettivo di creare una mobility comunity di quartiere, e un nuovo complesso residenziale in costruzione a Milano. Un progetto, quest’ultimo, che aggiunge alcuni plus al progetto, come la presenza di pannelli solari, pompe di calore e altre soluzioni di efficienza energetica che rendono gli edifici quasi autosufficienti per “corrente”, inclusa quella per la ricarica delle auto e delle e-bike in condivisione. Comoda è pure la scelta di rendere il servizio di mobilità acquistabile con l’appartamento e pagabile direttamente con le spese condominiali. Vantaggi da aggiungere agli altri promessi dallo sharing di comunità, a cominciare dal minore consumo del suolo per la sosta e dalla riduzione della congestione dovuta alla scelta condivisa. Ricordiamo che secondo uno studio di Aniasa del 2017, ogni vettura di sharing eliminerebbe dalla strada fino a 9 auto con vantaggi per tutti. Beneficio collettivo è pure il calo delle emissioni inquinanti, acustiche e di gas serra dovute alla scelta elettrica, fattori che rendono le città più silenziose e respirabili e il mondo un po’ meno a rischio di cambiamenti climatici. A giovarne, però, sarebbero gli stessi utilizzatori con la possibilità di usufruire delle agevolazioni offerte da alcune amministrazioni comunali per chi guida elettrico (parcheggio gratuito, accesso alle ZTL, ecc.) e dell’azzeramento delle pratiche di gestione del mezzi (assicurazione, manutenzione, ecc.). Di rilievo sarebbero anche risparmi economici. Secondo i responsabili di GaiaGo lo sharing di comunità avrebbe tariffe di nolo inferiori a quelli tradizionali stimabili, per un’auto, in circa 0,10-0,15 euro al minuto e per le imprese ci sarebbe anche il vantaggio della deducibilità delle spese.




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