La religiosa, una storia settecentesca
La religiosa è un film molto buono, molto settecentesco, molto francese nella sua struttura, molto appassionato e molto godibile. Guillaume Nicloux ci racconta la storia di una ragazza del ’700, una figlia illegittima, una donna il cui futuro è segnato, ma che al suo destino si ribella con forza, pur con la sua giovane età.
Suzanne è la terza figlia di un signorotto ed è destinata al convento. Lei però non capisce questa necessità ed al momento della promessa dei voti si tira indietro e torna a casa. Qui è la madre a spiegarle la situazione e a convincerla a tornare sui suoi passi, così Suzanne comincia la sua vita da suora senza vocazione e con la necessità di vivere il mondo.
La sua anima ribelle non le permette una vita quieta e così alla morte della prima amata badessa finisce nelle grinfie di una madre superiora vendicativa che non accetta i suoi dubbi e la umilia e punisce continuamente.
Quindi cambio di convento una volta denunciate le torture subite ed anche qui qualche pasticcetto capita perché la nuova superiora perde letteralmente la testa per lei.
Pauline Etienne è molto brava, sempre al centro della scena, il film è ritagliato su di lei e lei risponde con professionalità. Siamo nel 1765 e tutta quanta la vicenda si svolge all’interno dei conventi, ambienti cupi, oppressivi ma estremamente affascinanti.
La storia è purtroppo un esempio di una situazione classica di quel secolo (ma anche prima e dopo) con le ragazze cui viene imposto il convento e nulla possono su questa scelta. Qui abbiamo una ribellione dovuta alla forza d’animo della protagonista che ha la forza di dire no, di reagire, di resistere alle umiliazioni, ma ovviamente è caso molto isolato.
Belle le atmosfere, i toni, la cupezza delle luci, Nicloux ha fatto senza dubbio un buon lavoro, potendo contare anche sulla partecipazione di Isabelle Huppert, la cui presenza si nota eccome!