martedì 24 settembre 2013 - soloparolesparse

La religiosa, una storia settecentesca

La religiosa è un film molto buono, molto settecentesco, molto francese nella sua struttura, molto appassionato e molto godibile. Guillaume Nicloux ci racconta la storia di una ragazza del ’700, una figlia illegittima, una donna il cui futuro è segnato, ma che al suo destino si ribella con forza, pur con la sua giovane età.

Pauline-Etienne-la-religiosa

Suzanne è la terza figlia di un signorotto ed è destinata al convento. Lei però non capisce questa necessità ed al momento della promessa dei voti si tira indietro e torna a casa. Qui è la madre a spiegarle la situazione e a convincerla a tornare sui suoi passi, così Suzanne comincia la sua vita da suora senza vocazione e con la necessità di vivere il mondo.

La sua anima ribelle non le permette una vita quieta e così alla morte della prima amata badessa finisce nelle grinfie di una madre superiora vendicativa che non accetta i suoi dubbi e la umilia e punisce continuamente.

Quindi cambio di convento una volta denunciate le torture subite ed anche qui qualche pasticcetto capita perché la nuova superiora perde letteralmente la testa per lei.

La religieuse fevrier 2012

Pauline Etienne è molto brava, sempre al centro della scena, il film è ritagliato su di lei e lei risponde con professionalità. Siamo nel 1765 e tutta quanta la vicenda si svolge all’interno dei conventi, ambienti cupi, oppressivi ma estremamente affascinanti.

La storia è purtroppo un esempio di una situazione classica di quel secolo (ma anche prima e dopo) con le ragazze cui viene imposto il convento e nulla possono su questa scelta. Qui abbiamo una ribellione dovuta alla forza d’animo della protagonista che ha la forza di dire no, di reagire, di resistere alle umiliazioni, ma ovviamente è caso molto isolato.

Belle le atmosfere, i toni, la cupezza delle luci, Nicloux ha fatto senza dubbio un buon lavoro, potendo contare anche sulla partecipazione di Isabelle Huppert, la cui presenza si nota eccome!




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