mercoledì 22 febbraio 2023 - antonio cianci 251039

La rabbia e le incertezze di Berlusconi

E’ capitato spesso ad uomini grandi di sfidare il mondo e cadere dall’altare nella polvere, figurarsi ad uomini soprattutto pieni di sè .

Peggio ancora se si chiamano Berlusconi e, credendosi onnipotenti, osano sfidare tutti, gli avversari politici, i potenti di turno e soprattutto i magistrati, la corporazione da sempre più potente in ogni angolo della terra, perché soggetta solo alla legge ed in grado di incutere un temuto e rispettato ossequio a chicchessia.

Negli anni avrebbe potuto trovare con loro (i magistrati) una composizione diplomatica e pragmatica ai suoi problemi giudiziari, come han fatto nel tempo tanti altri soggetti ugualmente ricchi e potenti; ed invece, inebriato dai successi elettorali e dal consenso popolare, fini per convincersi di potersi porre al di sopra della legge, anzi dettar legge.

La fortuna politica se non accompagnata da solide qualità culturali svanisce in fretta, può portarti a commettere errori, a farti smarrire il senso della realtà, ad avviarti sul sentiero della decadenza e della rovina.

Ebbe la fortuna e la genialità, con un colpo da maestro, di creare dal nulla in quattro e quattr’otto un partito, vincere le elezioni e conquistare il potere. Ma ,poiché conquistarlo è più facile che conservarlo, il Nostro, che non ama il dissenso di nessun genere, cominciò ad alienarsi la stima dei migliori uomini che l’avevano aiutato nella costruzione della sua impresa politica, ed a circondarsi di un demi-monde politico e culturale, popolato di servi opportunisti e cortigiani interessati.

Nella gestione della sua vita privata, poi, svanito il rapporto di coppia con la moglie, avrebbe potuto fare il gran signore, invece ha voluto (per dirla con Manzoni) “fare il mestiere di molestar le femmine: il più pazzo, il più ladro, il più arrabbiato mestiere di questo mondo”; avrebbe potuto ”andare in Paradiso in carrozza”, invece di “ andare a casa del diavolo a piè zoppo”.

Di qui discendono le patetiche velleità di playboy, gli spettacoli in casa sua da giovani del sabatosera, i commenti ironici di certe signorine più interessate alle cospicue elargizioni del suo portafoglio che al suo presunto charme.

Ma la delusione peggiore: la consapevolezza di essere circondato di politicanti, lacchè, finti amici, beneficati da eccessiva generosità, ma degni solo di ogni disprezzo.

Una rapida retrospettiva degli avvenimenti della sua esistenza di questi ultimi anni, penso abbiano indotto nell’animo del Cavaliere incertezza, confusione, rabbia, smarrimento, ed un senso profondo di solitudine.    

Foto WIkimedia    




Lasciare un commento