venerdì 2 dicembre 2022 - Giovanni Greto

La qualità de ‘I Luoghi di Baldassare’

Ancora una volta il ‘Festival Galuppi e della musica’ si conferma come una delle manifestazioni più attese in città

Si è conclusa dopo undici concerti, assai seguiti dal pubblico indigeno e dai turisti più attenti ed esigenti – per intenderci, quelli che non abboccano alle proposte qualitativamente vergognose, purtroppo presenti in città – la XXIX^ edizione del festival veneziano, che, partendo dalla musica barocca si è spinto fino a quella contemporanea del XX^ secolo.

Ho ascoltato con molto piacere sette concerti, ad iniziare da quello inaugurale dell’orchestra L’Appassionata, nata nel 2019 attorno alle attività della Gaspari Foundation, dedita all’approfondimento del repertorio di musica da camera. In primo piano i solisti Tommaso Benciolini al flauto e Antonella De Franco all’arpa, interpreti di composizioni di Baldassare Galuppi (Burano, 1706 – Venezia, 1785) ; Franz Joseph Haydn (1732 – 1809) ; Wolfgang Amadeus Mozart (1756 – 1791).

Assai sentito, il secondo concerto, - di nuovo nella sala capitolare della Scuola Grande di San Rocco, lo spazio più utilizzato dal festival, assieme alle sale Apollinee del teatro la Fenice – dedicato alla memoria del violinista Giovanni Guglielmo (1935 – 2017) nel quinquennale della scomparsa. Protagonisti I Solisti Filarmonici Italiani, da lui fondati nel 2001. In primo piano il violino solista di Sonig Tchakerian e Domenico Nordio nel “Concerto in Sol minore per archi e continuo RV156” di Antonio Vivaldi (1678 – 1741) ; di Giovanni Angeleri e Federico Guglielmo nel “Concerto in Si minore per 4 violini, violoncello, archi e continuo RV580”, dall’Estro Armonico di Antonio Vivaldi. La serata si era aperta con il “Concerto Grosso in Re maggiore Op.6, N°4” di Arcangelo Corelli (1653 – 1713) e si era conclusa con una maestosa esecuzione del “Concerto Brandeburghese N°3 in Sol maggiore per archi e continuo BWV 1048” di J.S.Bach (1685 - 1750), forse il più conosciuto dei sei, in cui, nell’Adagio, è affiorata la delicatezza del clavicembalo, suonato da uno specialista, come Roberto Loreggian. Un ritrovarsi affettuoso di amici, musicisti ed ex allievi ha contribuito alla riuscita della serata. Doveroso sottolineare, inoltre, la buona acustica del salone, quale elemento fondamentale per un ascolto soddisfacente.

L’unico concerto nella chiesa di San Rocco è stato un omaggio a Vittorio Cini, l’imprenditore e mecenate, creatore della Fondazione Giorgio Cini.

Ad allietare l’orecchio ci ha pensato l’Ensemble Labirinto Armonico, vale a dire Roberto Torto, flauti a becco e Baguette bergamasca, erroneamente confusa con la “cornamusa”; Pierluigi Mencattini, violino barocco; Walter D’Arcangelo, organo.

Particolarmente esaustiva la spiegazione, quasi una lezione-concerto, dei suoi strumenti, da parte di Roberto Torto, residente in Abruzzo, una regione del centro Italia, dove, comunemente al meridione, a Natale diventano protagonisti sulle strade la Baguette e la Ciaramella, un fiato ad ancia doppia imparentato con l’oboe.

Interessante, la scelta dei compositori : Georg Philip Telemann (1681 – 1767), Johann Joachim Quantz (1697 – 1773), Michael Praetorius (1571 – 1621) e Giacomo Castoldi (1619 - ?), di cui organo e Baguette hanno eseguito “Il ballerino”, una danza di origine medievale.

Eccellente, il concerto del Phoenix Sextet, di soli archi, solisti di nazionalità diverse, ma tutti inseriti in prestigiose formazioni fiamminghe, nelle sale Apollinee della Fenice.

Il programma è iniziato con la trascrizione per sestetto d’archi di una breve parte del ‘Tristan und Isolde’ di Richard Wagner (1813 – 1883); è proseguito con il “Sestetto per archi n.1 in Si bemolle maggiore Op.18” di Johannes Brahms (1833 – 1897) ; si è concluso con “Verklarte Nacht” di Arnold Schoenberg (1874 – 1951), presenti in sala la figlia e la nipote, capolavoro del periodo ancora tardo romantico del compositore.

Interessante il progetto presentato alla Scuola di San Rocco dal Conservatorio Claudio Monteverdi di Cremona : quasi una prima esecuzione (in giugno l’esordio a Cremona) di un oratorio di Baldassare Galuppi, “Il ritorno di Tobia”, cantata a cinque voci per soli, coro e orchestra. Convincenti le cinque voci femminili (quattro soprano e un mezzosoprano), sia nei melismi, che nei recitativi. Impeccabili e affiatati “l’Ensemble gli Animosi del Monteverdi”e il “Coro Israeliti”.

Il concerto ha inaugurato le serate dedicate ai musicisti dei Conservatori, istituzioni a cui l’Associazione Festival Galuppi rivolge l’attenzione, perché è da essi che potrebbero uscire i nuovi futuri talenti.

Un concerto in memoria di Marco di Pasquale, musicologo e insegnante al Conservatorio Arrigo Pedrollo di Vicenza, è stato Canzoni & Battaglie. Gabrieli e Monteverdi Maestri della Serenissima, ospitato nelle sale Apollinee. Sulla pedana è salito l’Ensemble Vocale e strumentale del Dipartimento di Musica Antica del Conservatorio di Vicenza.

Nella prima parte, esclusivamente strumentale, l’ensemble è stato diretto da Bettina Hoffman, musicista e musicologa tedesca trasferitasi da tempo a Firenze. Si sono ascoltate Canzoni e Sonate di Giovanni Gabrieli (Venezia, 1557? - 1612), compositore e organista, nipote di Andrea Gabrieli (Venezia, 1510-15 – 1586), il quale lo educò artisticamente : dalla ‘Canzone del IX° tono’ alla ‘Canzon septimi et octavi toni’. L’orecchio si è beato del suono di strumenti antichi – viola da gamba, violino, violone (l’antenato del contrabbasso), cornetto, cembalo – impegnati in un repertorio difficile, che ha messo a dura prova i giovani musicisti per una buona mezzora.

Nella seconda parte Stefano Lorenzetti è subentrato nella direzione. Sono state eseguite la “Sonata decima sesta a 4 per stromenti d’arco” e “La Battaglia” da “Sonate concertate in stil moderno – Venezia 1629” di Dario Castello, compositore e violinista (Venezia, 1602 – 1631). Le sue Sonate sono interessantissime sia sotto l’aspetto tecnico, sia per la singolare vena inventiva: i vari tempi ne sono nettamente differenziati stilisticamente e ritmicamente.

Agli strumenti utilizzati per le Sonate – violoncello, viola, violini e contrabbasso a sei corde - si è aggiunto l’arciliuto per eseguire il “Combattimento di Tancredi e Clorinda” (1624) di Claudio Monteverdi (1567 – 1643), che fa parte dell’Ottavo libro di madrigali guerrieri et amorosi, pubblicato a Venezia nel 1638. Buona la qualità tecnica e vocale dei tenori : Alberto Peretti (Tancredi) e Emanuele Petracco (testo) e della soprano Giorgia Sorichetti (Clorinda), alle prese con le ottave del XII° canto della Gerusalemme Liberata di Torquato Tasso.

Il Festival si è concluso con l’esibizione, invitata per la prima volta, a San Rocco, dell’Orchestra del Conservatorio Benedetto Marcello di Venezia, affiancata da tre solisti d’eccezione, quali Piergiuseppe Doldi, prima tromba del teatro La Fenice; Carlo Lazari, violinista e membro dello storico gruppo veneziano Ex Novo Ensemble ; Giancarlo Di Vacri, docente di viola del conservatorio veneziano.

In prima esecuzione si è ascoltato il Salmo Laudate Pueri, in Si bemolle maggiore, “un’anticipazione – ha scritto nelle note di presentazione il direttore del Conservatorio e compositore Roberto Gottipavero – del prezioso lotto di circa 75 manoscritti di Baldassare Galuppi, recentemente ritrovati nel Fondo Giustinian presente nella nostra Biblioteca, della cui attribuzione si è occupato il maggior esperto in materia, il professor Franco Rossi”.

L’affascinante tromba argentata di Piergiuseppe Doldi ha entusiasmato, raccogliendo numerosi applausi, nell’esecuzione del “Concerto per tromba e orchestra in Mi bemolle maggiore” di Franz Joseph Haydn. Soddisfatto, l’artista ha ringraziato il pubblico, eseguendo un breve bis in solitudine, tratto dalle musiche di Ennio Morricone per il film La leggenda del pianista sull’oceano (1998) di Giuseppe Tornatore.

Conclusione mozartiana con la “Sinfonia concertante per violino, viola e orchestra in Mi bemolle maggiore KV364”, in cui si sono messi in luce i due solisti agli archi.

Applausi ripetuti hanno soddisfatto il Presidente e Direttore Artistico dell’Associazione Festival Galuppi, Alessio Benedettelli, che ha dato appuntamento alla trentesima edizione, per cui, presumibilmente, sarà approntato un programma nutrito e spettacolare.




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