venerdì 26 agosto 2022 - Gerardo Lisco

La politica politicante.

La vicenda che ha riguardato in questi giorni il segretario Regionale del PD Basilicata Raffaele La Reginae Rachele Scarpa,entrambi candidati capolista alla Camera rispettivamente in Basilicata e a Treviso per il PD, costretti entrambi a ritirare le candidature, dà la misura della dittatura del pensiero unico che egemonizza il mondo Occidentale.

Ma il problema è solo l’equazione riconoscimento dei diritti della Palestina uguale antisemitismo o c’è qualcos’altro su cui ragionare? Le due vicende hanno specificità proprie derivanti dai contesti locali. Il Segretario Regionale del PD già mesi fa è stato oggetto di killeraggio politico da parte di un giornale localeper cui la questione, pur avendo assunto risvolti nazionali, è legata a fatti strettamente locali. Per quanto riguarda Rachele Scarpa si tratta di una conseguenza del caso Lucano: credo che se nessuno avesse sollevato l’accusa di antisemitismo a La Regina, cavalcata subito dalla destra e portata a livello nazionale, non ci sarebbe stato nessun attacco a Rachele Scarpa.L’accusa di antisemitismo a La Regina è fondato sul nulla, è stato tirato fuori in modo strumentale quando è stato evidente che gli attacchi condotti dalla componente delle donne del PD lucano e da Marcello Pittella, ex presidente della Giunta Regionale nonché fratello di Gianni, non stavano producendo nessun effetto sulla scelta di candidare Raffaele La Reginaal plurinominale alla Camera dei Deputati. Andiamo per ordine. l’iniziale proposta di candidature tra Senato e Camera prevedeva Salvatore Margiotta, Vito De Filippo e Marcello Pittella e, rispettando la regola dell’alternanza di genere, Lucia Sileo, Maddalena Labollita e Maura Locantore. L’iniziale proposta è stata contestata dalla base del PD lucano per cui di fronte al conflitto interno il Segretario nazionale Letta e il Vice Provenzano hanno deciso di provare a smuovere le acque non candidando Margiotta e Pittella, mantenendo la candidatura di De Filippo al Senato e proponendo quella del Segretario Regionale alla Camera. D’altra parte La Regina è stato eletto solo pochi mesi fa, dopo un lungo travaglio dovuto ad un PD lucano, lacerato da innumerevoli fazioni al suo interno e commissariato (almeno sulla carta, dal momento che i commissari non si sono visti proprio sul territorio). Le “donne lucane del PD”,in conflitto con i vertici del partito ma anche tra di loro, hanno raggiunto livelli tali da richiamare la antica pratica partenopea dellastrascina. Del contesto così degenerato ne hanno approfittato tanto Marcello Pittella quanto il fratello Gianni, eletto nella scorsa legislatura in Campania al Senato ed oggi riproposto in Campania in una posizione non proprio sicura. Entrambi hanno dichiarato che il PD è diventato anti democratico e che avrebbe tradito l’iniziale cultura riformista e riformatrice di ispirazione liberalsocialista che ha come padri Gobetti, Rosselli e Bobbio. Da qui il passaggio con Azione di Calenda, il quale in più di una occasione ha dichiarato di rifarsi espressamente alla cultura politica di quel Partito d’Azione che fu di Parri, Foa, Galante Garrone, Mario Berlinguer, Ernesto Rossi, Emilio Lussu ed altri ancora. Inviterei Calenda a leggere il Programma degli 11 punti proposto dal P. d’A. durante la sua breve esistenza. Cosa che dovrebbero fare anche coloro che si apprestano a votare Azione, se lo facessero scoprirebbero che si trovano di fronte a una lobby che si fa partito e che non ha nulla a che vedere con il P. d’A. Azione come è noto si presenta in coalizione con Italia Viva. In Basilicata uno dei due consiglieri passati dal PD ad Italia Viva è Mario Polese già presidente dell’associazione “Prima Persona” fondata da Gianni Pittella allora europarlamentare eletto nelle file del PD. In sostanza l’antisemitismo e tutte le altre cose lette in questi giorni contro Raffaele La Regina sui giornali sono costruzioni strumentali. Il giovane Segretario Regionale del PD, come prova l’accordo sottoscritto con il M5S lucano circa l’elezione del Presidente della Provincia di Potenza,mostra la ricerca di indipendenza dalle correnti in guerra tra di loro. Marcello Pittella ha colto l’occasione di uscire dal PD passando anche per vittima. La verità è che visti i risultati elettorali del PD (le regionali ultime, le comunali a Potenza e Matera elo stesso risultato delle ultime politiche), vista l’incapacità del partito lucano di organizzare un minimo di opposizione al centro destra, che governa la Regione e molti dei comuni più importanti della Basilicata, ha fatto qualche calcolo e, probabilmente, deve aver pensato che sarebbe stato molto più conveniente candidarsi al Senato con la lista Azione- Italia Viva invece che con il PD. Al Senato in Basilicata, visto il contesto, il centrodestra potrebbe assicurarsi sia il seggio all’uninominale che uno dei due al plurinominale, il secondo seggio al plurinominale dovrebbe essere assegnato con i resti e la coalizione Calenda/Renzi potrebbe avere i resti più alti. Il quadro che ho succintamente descritto l’ho dedotto osservando il succedersi dei fatti degli ultimi mesi e cioè proprio dalla elezione di La Regina a Segretario regionale del PD. L’accanimento contro La Regina ha poco o nulla di politico. Il problema del PD lucano non è il giovane segretario, che lo si vuol far passare come anti semita e nel contempo un comunista con tanto di baffone alla Stalin, ma è il PD per come si è andato trasformando a partire dalla segreteria Renzi in poi. Le stesse istanze poste dalle donne del PD di Basilicata provano la crisi profonda nella quale versa il partito. Rivendicare postazioni sicure o ritenute tali significa che chi le rivendica ha scarso se non addirittura nessun radicamento sul territorio e nella società lucana. Lo scontro apertosi in Basilicata è assurto a livello nazionale ed ogni giorno si assiste al Tribunale dell’Inquisizione mediatico messo in campo dalla destra attraverso le proprie testate giornalistiche. Dopo La Regina e Rachele Scarpa ad essere stata presa di mira è Caterina Cerroni accusata, udite ! udite! di avere legami con i comunisti cinesi. Sarò fuori moda, ma credo che una campagna elettorale degna di questo nome non possa reggersi su vuote polemiche strumentali, ma debba affrontare i temi importanti per la società italiana. Solo per fare un esempio la povertà sta crescendo e la crisi energetica sta incidendo gravemente su questo problema, cosa vorranno fare i candidati al Parlamento per risolvere o almeno arginare questo e tanti altri problemi che sono sul tavolo e affliggono il popolo italiano?




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