mercoledì 25 gennaio 2023 - antonio cianci 251039

La politica economica illusoria

Diceva Giustino Fortunato che la “questione meridionale “ aveva prodotto solo meridionalisti.

Oggi è ancora peggio. Tutti i problemi italiani, dai più complessi ed annosi ai più semplici, producono non soluzioni ma solo talk-show, dibattiti, commissioni, burocrazia varia.

La spending-review, ovvero il taglio della spesa pubblica non interessa a nessuno.

Il sindacato, di qualsiasi natura, pubblica o privata, non dice una parola su come promuovere gli investimenti, reperire o attrarre i capitali necessari .Propone le solite cose: come mandare prima la gente in pensione, come assistere i meno fortunati, come aumentare l’occupazione e i salari a tutti, senza tagliare le spese o aumentare le imposte. Politica economica da paese della cuccagna.

La classe politica fa peggio. Continua a declamare proposte irrealizzabili, da campagna elettorale continua. Non riesce a spendere i proventi ordinari che la comunità europea ci assegna, per incapacità di produrre progetti.

Addirittura rischia il paese di perdere gran parte dei fondi del Next generation Eu, sempre per mancanza di capacità progettuale.Infatti sulla carta restano i propositi di realizzazione di vari progetti già finanziati dalla UE. Non si vedono ancora cantieri!

In compenso girano voci di ricostituzione dei consigli provinciali con aumento anche del numero delle province stesse. Si parla di permettere ai governatori delle regioni di poter aspirare ad un terzo mandato, si vuole reintrodurre un finanziamento pubblico dei partiti.

Ma di una organica e seria riforma fiscale, una altrettanto urgente e seria riforma della Giustizia e della burocrazia neanche l’ombra.

Quos vult perdere Deus amentat. Il Padreterno toglie il senno a coloro che ha deciso di mandare in rovina.




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