lunedì 12 luglio 2021 - Antonello Laiso

La nuova riforma della giustizia

La recente riforma della Giustizia non segna quel passo soddisfacente univoco sia nella politica e finanche nell'esecutivo di Governo che tra diversi addetti ai lavori e non di questa innovazione delle nostre leggi.

Si doveva dare una svolta a quei processi interminabili che non rendevano giustizia ,si doveva dare una svolta anche in primis per una forma di civiltà,poi perché lo chiedeva l'Eurozona ma punto fermo per la nostra credibilità di quella giustizia .
Il rischio è tenere sotto processo un imputato, che poteva essere innocente per un tempo interminabile,oppure che un colpevole possa non essere condannato per improcedibilità di prescrizione come da recente riforma.
Come addetto ai lavori per anni in quelle aule di tribunale in Corte d'Assise spesso ho potuto constatare di persona che un tempo interminabile per la durata di un processo non rende soddisfazione alla nostra giustizia, una sentenza di condanna o di assoluzione spesso arrivata dopo più di un decennio non puoò essere appieno quel trionfo sia per l'imputato sia per la vittima sia per il difensore.  
La non soddisfazione comune per tale riforma viene dall'assunto che ponendo un limite alla durata di un processo e stante i tempi attuali spesso molto lunghi per alcuni processi penali si possa rischiare un impunità per un reato che prevede una pena certa.In questo modo sarebbe un non giustizia per quel codice penale che è bibbia.
Di certo non è quel desiderio di vendetta o giustizialismo feroce che pone una visione in termini stretti d'insoddisfazione, ma quella giusta pena che deve essere applicata nei tempi stretti. 
Come contro a quanto detto la nuova riforma pone certamente una svolta di civiltà a quei processi interminabili di un sotto accusa per una vita.
Del senso non si poteva avere la botte piena e la moglie ubriaca....
 
 Antonello Laiso



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