martedì 10 febbraio 2015 - paolo

La nuova geometria euclidea. Ridicolo Sky TV

Gli esperti di software della Juventus FC, squadra di calcio leader in Itali , mandano letteralmente in soffitta l'assioma delle rette parallelle, stabilendo nel contempo nuovi standard di geometria iperbolica.

Il calcio, stiamo parlando di Italia, non è proprio uno sport come tutti gli altri, contiene quel quid di interessi e contenuti sociali, oltre che di passioni che iniziano nella prima infanzia, che ne fanno qualcosa di assolutamente speciale. Si potrebbe quasi dire che è il paradigma della società dal momento che in esso si condensano tutti i pregi e difetti che poi ritroviamo nella vita di tutti i giorni, nella politica e nelle istituzioni.

Comunque la pensiate, e certamente il mondo femminile non è proprio su questa lunghezza d'onda, sta di fatto che una società di calcio, nettamente la più blasonata in campo nazionale e stiamo quindi parlando della Juventus FC, a torto o ragione sempre al centro di polemiche per veri o presunti favori arbitrali, ha pensato di dare un taglio definitivo a queste malelingue di avversari e tifosi invidiosi, rivoluzionando il concetto di fuorigioco

(Regola 11 del gioco del calcio): "Un giocatore si dice in posizione di fuorigioco quando -nel momento in cui il compagno giochi il pallone - egli si trovi al di là della linea del pallone e tra di lui e la linea di porta non ci siano almeno due avversari (portiere compreso)".

Semplice ma non scontato, dal momento che intanto bisogna interpretare bene cosa significa quel "al di là" in funzione della linea ideale che definisce la posizione del giocatore, poi ovviamente bisogna che arbitro e guardialinee, ovvero la terna arbitrale, riescano a rilevarla, evento alquanto improbo quando l'azione è veloce e si parla di distacchi nell'ordine dei centimetri, se non dei millimetri.

Una rivoluzione in questo campo è stata introdotta sabato scorso nel corso della partita Juventus - Milan, società che da sempre sono avversarie sia in campo nazionale che internazionale per il palmares di squadra più titolata. Le riprese televisive erano come al solito curate dalle due emittenti che hanno l'appalto delle dirette televisive, ovvero SKY e Mediaset. Io l'ho seguita su SKY con i commenti del direttore di SKY sport Fabio Caressa e dell'ex grande difensore e simbolo dell'Inter Beppe Bergomi detto lo "zio".

Entrambi molto sospettati di essere sfegatati tifosi juventini (nel caso di Bergomi piuttosto imbarazzante). A proposito: un segnale per riconoscere la juventinità è come viene chiamata la squadra, ovvero soltanto chi è tifoso usa il termine affettuoso e molto familistico di "Juve".

Dunque pronti via e quel furetto di Tevez, tanto bruttino quanto fenomenale, scatta "in presunta posizione di fuorigioco" e fulmina il portiere del Milan.

Juventus 1 - Milan 0. Stranamente la ripetizione della posizione di Tevez non viene mandata più volte in replay come di solito in questi casi, ma viene fatta rivedere solo alla fine del 1° tempo. Poi si saprà che la ripetizione delle riprese è proprio affidata alla Juventus che sembra disponga di un "software particolare" per evidenziare i particolari di una azione. Speriamo che qualora dovessero, Tavecchio permettendo, introdursi i sensori di porta, questi non siano "affidati" alla società ospitante. Ma in Italia tutto è possibile.

Se la prima impressione visiva era che il fuorigioco di Tevez fosse piuttosto netto, il replay juventino mostra invece un fermo immagine del giocatore un attimo prima dell'effettivo istante in cui riceve la palla e dietro una linea virtuale (ovvero elaborata dal software) del fuorigioco non parallella a quella di centrocampo o dell'area di rigore, ma stanamente molto convergente , facendo infuriare l'amministratore delegato del Milan Adriano Galliani. In sostanza per la Juventus FC, due rette parallelle non si incontrano all'infinito (distanza concettuale per non dire mai) ma forse dopo qualche di centinaio di metri. Teoria indubbiamente interessante e rivoluzionaria, con buona pace di Euclide.

A spiegare l'arcano ci pensa il teorico della geometria non Euclidea Fabio Caressa in persona, malgrado un Bergomi po' più dubbioso. Tutto si spiega, ci dice l'autorevole topologo, con la teoria della prospettiva, per cui due rette parallelle man mano che avanzano all'orizzonte si restringono otticamente per effetto della distanza medesima. E per rafforzare questa indubbia verità manda in onda l'immagine di una strada che si perde all'orizzonte, A quanto pare, ci dice Fabio, anche suo figlio capisce queste cose. Bambino indubbiamente intelligente, 

L'incredibile commentatore di SKY, sopranominato il "ganzone" ma non so se in senso ironico o altro, tuttavia manca di sottolineare due aspetti fondamentali che non confortano la sua teoria non euclidea. Il primo è che l'effetto ottico si applica ad entrambe le linee parallelle e non ad una sola come nel caso specifico, ovvero solo quella che mostrava Tevez dietro, seppur di millimetri, al difensore del Milan; il secondo aspetto è che una convergenza con quell'angolo la si ritrova a distanze ben superiori che non a dieci o venti metri, magari ad un paio di chilometri se tutto va bene e non risulta che tale sia la larghezza del campo di gioco, almeno secondo gli standard internazionali riconosciuti.

Ecco se questo non è un paradigma di questo frastornato paese, allora ditemi voi cos'è .

 

Foto: F. Sciami/Flickr




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