giovedì 26 settembre 2019 - Gerardo Lisco

La mozione che equipara Comunismo e Nazismo e la ricerca di una nuova unità europea

Con l’approvazione da parte del Parlamento UE della mozione che parifica Comunismo e Nazismo le elites europeiste sanciscono la natura ordoliberista di questa Unione Europea.

 La mozione in questione racchiude in sé la filosofia della storia che dà il senso a questa Unione Europea, per cui liquidare il tutto come una semplice falsificazione della Storia del ‘900 mi sembra riduttivo. Il giudizio deve essere di tipo politico e soprattutto deve mirare a capire le ragioni che hanno portato le elites dominanti a rivedere il senso di quanto accaduto in passato. Per quanto mi riguarda equiparare Nazismo e Comunismo è un orrore, ciò non toglie che non possa provare ad analizzare la questione in modo critico alla luce degli eventi che stanno determinando i cambiamenti in corso. Che il Parlamento UE potesse approvare una tale mozione non è una sorpresa, è la conclusione di un processo che prende le mosse dalla fine dell’URSS e dalla nascita di regimi liberali e capitalisti in molti Paesi appartenenti all’ex blocco Sovietico. L’istanza di equiparare Comunismo e Nazismo viene dai Paesi satelliti dell’ex impero Sovietico, i quali marcano il rifiuto del modello comunista affermando con forza l’indipendenza nazionale preoccupati dalle rinnovate spinte espansionistiche verso occidente della Russia di Putin. L’approvazione di tale mozione da parte del Parlamento U.E. avviene, presumibilmente non a caso, in coincidenza con la notizia data qualche giorno fa dal quotidiano Kommersant, confermata dal Cremlino e ripresa in Italia da il Manifesto, circa l’ulteriore passaggio verso la riunificazione in un’unica entità statale della Russia e della Bielorussia. Si provi solo ad immaginare cosa rappresenta una tale riunificazione, pur se in prospettiva, per la Polonia e la Lituania? Significa che i confini nazionali coincidono di nuovo con quelli dello Stato russo. La mozione approvata dal Parlamento UE non ha comunque la sola funzione di mettere un limite all’espansionismo Russo ma anche quella di reinterpretare la Storia della seconda metà del XX secolo in funzione della identità culturale che sostiene questa U.E in un contesto che la vede attraversata da una crisi profonda. Il crollo dell’URSS segna la fine dell’Europa disegnata dagli accordi di Yalta con la vittoria dei regimi politici liberaldemocratici contro il sistema comunista. In realtà, per quanto riguarda l’Europa Occidentale il crollo del Muro di Berlino è stato anche il viatico alla nascita dell’Unione Europea e all’affermazione dell’ideologia ordoliberalista che la ispira, ideologia che si presenta come modello economico, politico e sociale alternativo non solo al Comunismo e al Nazismo ma allo stesso neoliberalismo anglo – sassone. Esso, sin dalle origini, si pone come “terza via” tra il liberalismo classico e i sistemi economici dirigisti identificabili con il Comunismo Sovietico, il Nazismo Tedesco e con le stesse politiche economiche ispirate da Keynes. La critica che gli ordoliberisti muovono ai modelli economici dirigisti riguarda l’invadenza dello Stato che limita la libertà individuale mettendo in crisi la Democrazia. Per quanto riguarda le critiche al pensiero liberale classico, per capirci il mito della “mano invisibile” che vuole che il mercato si autoregoli, è lo stesso Rӧpke a fare chiarezza quando scrive << L’errore fondamentale del vecchio pensiero liberale “capitalistico” è stato precisamente quello di considerare l’economia di mercato come un processo chiuso in sé, che si svolgesse automaticamente.(…) >>. In questa frase è racchiuso il significato dell’ordoliberalismo e cioè la funzione di regolatore che lo Stato deve avere rispetto all’economia di mercato al fine di evitare che questo, lasciato libero di operare, possa andare in crisi determinando la degenerazione stessa dello Stato in senso autoritario ed illiberale. La mozione approvata dal parlamento U.E. che equipara Comunismo e Nazismo ha quindi la funzione di marcare l’identità dell’U.E. sia rispetto a Comunismo e Nazismo che rispetto al modello economico neoliberale proprio degli USA e del Regno Unito prossimo ad uscire dall’U.E. Leggere la mozione come una semplice falsificazione della Storia, a mio modesto parere, è un’operazione superficiale che non tiene presente quanto è successo dal crollo del Muro di Berlino ad oggi. Piaccia o non piaccia l’U.E. è una realtà geopolitica, non ancora uno Stato nel senso tradizionale del termine, che si inserisce tra quelle che un tempo erano le due superpotenze che egemonizzavano il mondo. Per fare questo le elites politiche, culturali ed economiche europeiste hanno bisogno, appunto, di ridefinire il senso di questa U.E. L’ordoliberalismo che nasce sia come reazione alla crisi del liberalismo classico sia come riflessione sulla crisi di identità mitteleuropea dovuta alla sconfitta della Germania e alla disgregazione dell’Impero Austro-Ungarico alla fine della Grande Guerra è funzionale alla definizione di una comune identità europeista a trazione mitteleuropea. Non è un caso che i teorici dell’ordoliberalismo appartengono per larga parte alla cultura tedesca ricomprendendo in essa non solo la Germania ma anche l’Austria. Da questo dato per così dire di tipo etnico si deduce che le radici di questa UE sono nell’Austria imperiale antesignana, per molti versi, di quella che è oggi l’Unione Europea. Come l’impero Austro – Ungarico mosaico di popoli, lingue, religioni e culture anche l’U.E. si presenta come un coacervo di popoli, lingue, religioni e culture diverse. Come l’Austria – Ungheria dei primi del ‘900 anche l’Unione Europea è soggetta a spinte centrifughe dovute a rivendicazioni nazionalistiche a stento mediate dai governi degli Stati – Nazione che ne fanno parte. Che l’ordoliberalismo sia la base ideologica di questa Unione Europea lo dice chiaramente Bolkestein. Nella relazione tenuta all’istituto Walter Eucken a Friburgo, dal titolo Costruire l’Europa liberale del XXI secolo, Bolkestein a un certo punto si esprime come segue << Il progetto ambizioso dell’Unione economia e monetaria rappresenta a questo proposito una sfida particolare. Il progetto non ha il solo scopo di rafforzare le libertà del cittadino, ma costituisce allo stesso tempo uno dei principali strumenti politici destinati a stabilizzare l’enorme economia di mercato che è l’Europa. A questo titolo, è un puro prodotto del pensiero ordoliberale>>.In conclusione con l’approvazione della mozione che equiparai Comunismo e Nazismo le elites politiche, intellettuali ed economiche europeiste provano a riscrivere la Storia europea dal crollo del muro di Berlino in poi, in funzione della costruzione di una identità europea comune che ha il riferimento nell’ideologia ordoliberalista. Ideologia capace di tenere insieme le radici culturali di una Europa che si richiama alla tradizione giuridica romana, alla responsabilità individuale propria del mondo germanico e al Cristianesimo che costituisce l’elemento religioso. 

Foto: Pixabay




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