venerdì 10 aprile 2020 - UAAR - A ragion veduta

La “morale” olandese dal pulpito di Famiglia Cristiana

L’emergenza coronavirus ha acuito il divario politico tra i paesi dell’Unione europea, spaccati tra rigoristi stile Olanda e Germania e fautori di soluzioni volte ad attenuare l’impatto della crisi economica che si profila all’orizzonte, come l’Italia. Una tensione che contribuisce ad esacerbare le rispettive diffidenze nazionali(stiche) e i pregiudizi verso gli altri popoli, scanditi dal fuoco incrociato delle opinioni pubbliche locali. Proprio mentre l’Europa dovrebbe essere più unita che mai.

In questo clima infuocato non manca anche qualche incursione della stampa cattolica, che non esita a togliersi sassolini dalle scarpe. Si distingue per la piccineria un commento di Fulvio Scaglione su Famiglia Cristiana. Tra le critiche che si potevano muovere alla miope politica europea dei Paesi Bassi in questo periodo di emergenza per il coronavirus, il settimanale cattolico sceglie di dare l’affondo (anche nel rilancio social) alla secolarizzazione del paese e alle sue riforme laiche, rivelando un pregiudizio integralista radicato. Sebbene quel periodico passi come progressista sui temi sociali, in confronto alle frange ultracattoliche.

Nella chiusura della sua intemerata, il giornalista arriva a sostenere che è difficile prendere “lezioni di morale” da un paese dove “solo il 17% della popolazione dichiara di credere in qualcosa, dove sono rimaste circa 60 chiese funzionanti e dove, nel 2001 e per la prima volta al mondo, è stata legalizzata l’eutanasia”, “anche per i minori”. Come se la percentuale di credenti o non credenti e il numero delle chiese aperte siano indicative di una qualche superiorità etica. Se volessimo fare un confronto con l’Italia bigotta sugli standard di moralità, legalità e finanza, sarebbe impietoso. Meglio stendere poi un pietoso velo laico sul capitolo tasse, “evasioni” e finanziamenti che riguardano Chiesa. Ci limitiamo a dire: da che pulpito. O meglio, il pulpito cattolico è quello meno quotato per sindacare di morale.

Non finisce qui, perché l’epic fail è dietro l’angolo. Il governo olandese in carica da anni è una coalizione formata da liberali conservatori, cristiani democratici e calvinisti guidati da Mark Rutte. Proprio il premier Rutte è un cristiano protestante dichiarato, frequenta la chiesa ed è grande appassionato della musica religiosa di Bach, sebbene esprima dubbi. Anche il ministro delle Finanze Wopke Hoekstra si definisce credente liberale anche se ammette di non essere molto osservante. Insomma i “laicisti” olandesi non lo sembrano poi così tanto. O almeno, appaiono tali solo agli occhi del cattolico italiano arrabbiato, ormai assuefatti al confessionalismo nostrano.

Valentino Salvatore