mercoledì 26 maggio 2021 - UAAR - A ragion veduta

La minaccia religiosa ai diritti umani globali deve essere presa sul serio

Le Nazioni Unite recentemente hanno chiesto alle ONG con cui lavorano informazioni sui retaggi del colonialismo che ancora hanno implicazioni ostili ai diritti umani.

Alcuni dei peggiori abusi sistematici dei diritti umani, codificati nelle leggi di circa settanta stati, sono quelli che criminalizzano il sesso consensuale tra adulti dello stesso sesso.

Circa il 40% di questi stati si trovano in Africa, che fu quasi completamente colonizzata dagli imperi europei. Questi atti erano potenzialmente soggetti al carcere a vita in India, introdotto durante l’amministrazione britannica. E anche dopo la fine del dominio britannico, sono possibili la pena di morte in Pakistan e dieci anni di carcere in Bangladesh. In India questo trattamento è rimasto in vigore fino al 2018.

Questi residui di colonialismo sono sottintesi nel titolo di questo articolo dell’Independent, che si riferisce ai Diritti LGBT+ nel Commonwealth e a L’eredità coloniale omofobica britannica. L’articolo rileva anche che “metà dei settanta paesi che criminalizzano l’omosessualità nel mondo sono membri del Commonwealth”. Questi sono i dettagli della situazione dei singoli stati.

Esistono forti correlazioni tra le antiche colonie e le leggi moderne contro i diritti umani. Ma esistono differenti cause per la continuazione di queste amplissime violazioni.

La prima cosa che si può notare è che rimangono ancora undici stati dove la pena di morte è effettiva o possibile, nonostante l’ONU abbia approvato una risoluzione che condanna l’uso della pena di morte come punizione per relazioni omosessuali consensuali. Incredibilmente gli Stati Uniti si sono opposti a tale risoluzione. Tutti questi undici paesi sono a maggioranza musulmana.

Nel 2019 l’Iran ha difeso queste leggi: “La nostra società ha principi morali. E noi viviamo secondo questi principi. Questi sono principi morali che riguardano il comportamento della gente in generale. E questo significa che la legge è rispettata e che alla legge bisogna obbedire”.

Un’ulteriore indicazione emerge da un altro passaggio tratto dall’articolo dell’Independent, che registra una “nuova ondata di fondamentalismo evangelico”, finanziato dall’estero. Si aggiunge che “ricchi gruppi evangelici americani hanno investito grandi somme di denaro per costruire nuovi movimenti e chiese contro l’uguaglianza LGBT+ nei paesi in via di sviluppo”. Il cristianesimo è la religione più ampiamente praticata nella maggior parte delle nazioni del Commonwealth.

In un’indagine pubblicata nel 2020, openDemocracy ha rilevato che la destra cristiana degli Stati Uniti ha versato più di 50 milioni di dollari in Africa dal 2007. Un ricercatore del Sudafrica ha detto che i network conservatori statunitensi hanno “esportato odio in Africa e altre parti del mondo, con le modalità delle guerre culturali in stile americano concentrate sui temi del gender e della sessualità”. L’articolo ha anche notato che, nel 2005, un progetto di aiuti all’AIDS in Africa, promosso dall’amministrazione di George Bush, ha riservato due terzi dei fondi per la prevenzione dell’HIV a campagne per l’astinenza e la fedeltà, fortemente supportate dai conservatori religiosi. Il progetto Bush ha speso circa 1,4 miliardi di dollari per tali programmi.

E l’Africa è solo una parte di questa crociata anti gay: l’articolo ha anche accertato che, dal 2008, i gruppi della destra cristiana americana hanno speso più di 280 milioni di dollari fuori dagli USA – in parecchi continenti. Anche in Europa avvengono cose analoghe, come emerge dal documento trapelato Restaurare l’Ordine Naturale, un’Agenda per l’Europa. Il Forum del Parlamento Europeo sulla Popolazione e lo Sviluppo ha descritto questi piani contenuti in Restaurare l’Ordine Naturale come “un’attività clandestina e una strategia deliberata movimenti europei no choice, guidati dai dogmi religiosi e che spesso fanno riferimento al Vaticano”. Dipinge il quadro di un movimento che vorrebbe “costringere le donne a portare avanti gravidanze indesiderate, restringere l’accesso alla contraccezione, decidere chi si può sposare e chi si può definire una famiglia”. Chi sta dietro a questo progetto sta cercando di imporre agli altri le sue convinzioni personali e di sancire attraverso la legge convinzioni religiose che violano i diritti umani.

È preoccupante l’attività della fondazione polacca Ordo Iuris Institute for Legal Culture, che il Forum del Parlamento Europeo descrive come “un’organizzazione religiosa estremista”. E a proposito di sviluppi temibili e potenzialmente di vasta portata, l’Italia sta spingendo affinché il Vaticano abbia un ruolo permanente nelle discussioni delle Nazioni Unite sui temi della salute. Questo consentirebbe alla dottrina della chiesa di influenzare i processi decisionali dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, fatto che andrebbe a detrimento dei diritti sessuali e riproduttivi in tutto il mondo. Caroline Hickson, direttore regionale della Federazione Internazionale per la Pianificazione Familiare (IPPF), ha avvertito che il rafforzamento dell’influenza conservatrice della Chiesa cattolica in questa “unica e vitale arena per la collaborazione internazionale sui temi della salute pubblica” potrebbe “minacciare disastri per la salute riproduttiva e i diritti delle donne”.

Chiunque abbia a cuore lo sviluppo dei diritti umani dovrebbe preoccuparsi. Molti decenni dopo la dichiarazione d’indipendenza delle vecchie colonie, leggi che perseguitano le persone omosessuali e una forte restrizione della libertà di espressione e dei diritti delle donne continuano a causare una diffusa infelicità. Oltretutto, invece che battere in ritirata, i conservatori religiosi cercano opportunità per applicare restrizioni draconiane in nuove parti del globo.

E in ogni caso i gruppi che vogliono imporre il dogma religioso agli altri introducono o rafforzano gravi violazioni dei diritti umani e delle leggi umanitarie. Rispondendo alla richiesta delle Nazioni Unite di presentare contributi sul tema, la National Secular Society ha raccomandato di tenerlo in considerazione.

Keith Porteous Wood

Originale in inglese pubblicato sul sito della National Secular Society

Traduzione di Maurizio Soverchia

 




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