lunedì 8 maggio 2017 - enzo sanna

La legittima difesa marcata PD: spara che ti passa... ma solo di notte

Se non fosse la cruda realtà ci sarebbe da girarla in burla. Il PD, preso a braccetto dagli alleati alfaniani, vara le modifiche alle norme di legge sulla legittima difesa. Al senatore Esposito, ospite fisso nei talk-show de La7, dimostratosi alquanto entusiasta, qualcuno fa notare che la normativa in questione è ben lungi dall'essere approvata considerando il futuro passaggio sotto le forche caudine del Senato. La replica è sconcertante per un verso, sconfortante per un altro. Infatti, il senatore sostiene, infischiandosene del merito, che se fossero state approvate le norme del referendum sulle riforme costituzionali oggi avremmo la legge bell'e che impachettata, pronta all'uso.

Viene quasi da urlare fin dentro le trombe di Eustachio del senatore: è una fortuna che gli italiani abbiano reso al mittente le (presunte) riforme scongiurando l'avvento di una "democrazia alla turca", o qualcosa di molto simile, tale da far passare norme delicate e per certi versi pericolose basandosi soltanto sulla compiacenza di parlamentari supini in un Parlamento illegittimo. Non se ne abbiano a male i renziani, almeno quelli in buona fede, ma questa è l'ennesima dimostrazione della già da tempo comprovata deriva verso destra del PD di Renzi.

Eppoi, la faccenda della "notte". Ma dai! Persino Renzi si è reso conto di quanto i suoi valgano poco se lasciati a decidere da soli, senza capobanda. Quando mai una norma può mutare valore in base all'ora del dì? E se uno spara all'imbrunire, oppure alle prime luci dell'alba? Bel rompicapo per il giudice di turno. Per fortuna del "legislatore", l'ora legale viene fatta scattare tra le due e le tre della notte, un'arma in meno per gli avvocati difensori. Qualcuno accenna a una normativa francese con dentro qualcosa di simile. Ebbene, dobbiamo mutuare le stupidate da altri paesi? Non ne abbiamo già a sufficienza in casa nostra? Perché mai andiamo a scopiazzare le sciocchezze anziché le cose serie di cui avremmo vitale necessità?

Eppure una soluzione facile, semplice, immediata, concreta al problema è lì, a portata di mano e di buon senso: vietare il possesso delle armi a chiunque circoli nel territorio della repubblica italiana, tranne le forze dell'ordine. Sembra già di sentire le urla di leghisti, fratellini d'Italia e redivivi berlusconiani affiancati da tanti renziani pronti a far squadra. Prima eccezione: come la mettiamo con in cacciatori? La risposta è semplice e risale a tanti anni orsono: i cacciatori, nel giorno di caccia, ritirano le armi presso una caserma dei carabinieri o di altro corpo e lì le depositano alla fine della giornata venatoria. Seconda eccezione: che fine faranno le fabbriche d'armi di cui l'Italia, zitta zitta, è tra le maggiori produttrici al mondo? Anche qui la risposta è semplice: usino il loro know-how per produrre qualcosa che non ammazzi la gente.

Se, dopo queste accortezze, si legiferasse per equiparare il solo possesso di un'arma da fuoco al tentato omicidio, qualcosa cambierebbe in meglio. Chissà se qualcuno tra i nostri legislatori troverà il coraggio di mettersi contro gli armaioli e i loro sponsor politici, siano essi i leghisti, fratelli d'italia, casa Pound, nostalgici del "regime" e, purtroppo, persino renziani. Un motto francese cita: "on vive que avec l'espoir"; noi diremmo: la speranza è l'ultima a morire. Prendiamo questo dai francesi e non le ore della notte nelle quali è permesso sparare. Sarebbe una buona lezione di civiltà.




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