lunedì 20 ottobre 2014 - alfadixit

La gallina non è un animale intelligente

Litigiosità, interesse personale, fuga dalle responsabilità sono ben più gravi della crisi, anzi forse ne sono la causa, e sono ben più difficili da curare. 

Ricordo bene mia nonna, ricordo che quando si trasferì nella nuova casa a tutti i costi volle ricostruire il suo pollaio. Più moderno certo ma l’animo profondamente contadino con cui era stata forgiata glielo ordinava. Ricordo bene la gazzarra, le zuffe, la competizione serrata per il becchime, senza esclusione di colpi. I polli si sa, hanno un forte spirito di sopravvivenza. E se potessi oggi chiederle che differenza passa fra quel pollaio e l’attuale rappresentanza politica parlamentare sono sicuro che mi risponderebbe sorridendo che mai le sue galline hanno portato il nome Renato, Silvio o Dennis. Per il resto nessuna differenza.

Già perché le sceneggiate basse e inconcludenti a cui ci siamo abituati nascondono di fatto la sola volontà di perseguire l’interesse personale o di partito. Non esiste alcuna capacità di trovare una sintesi che faccia bene al paese, solo una competizione serrata per il becchime. Come per l’elezione dei giudici della corte costituzionale, giusto per fare un facile esempio. Ma non è solo questo. Qualsiasi riforma che passa per il parlamento suscita gazzarra. A parole tutti d’accordo nel cambiare, certo, ma di fatto, quando si tratta di votare, cominciano i distinguo, i però, i forse, i ma. Tutto si insabbia nel porto delle nebbie.

C’è però da dire che quel parlamento qualcuno lo ha eletto. Forse non con le singole preferenze ma i partiti, quelli sì, sono stati votati e ci rappresentano. Indignarsi è quindi più una fuga dalle responsabilità che una vera rimostranza. E se volete la prova sappiate che siamo il popolo più litigioso del mondo. Litighiamo su tutto. Coi vigili urbani anche quando abbiamo posteggiato in tripla fila o superato i limiti di velocità, con Equitalia nonostante abbiamo il record mondiale di evasione fiscale, per non parlare degli impiegati pubblici, medici, infermieri nonostante abbiamo il record mondiale di corruzione. Litighiamo con tutti, perfino coi sismologi che non hanno previsto il terremoto dell’Aquila o l’eruzione dell’Etna, litighiamo con gli amministratori per le infrastrutture carenti quando abbiamo il record mondiale di abusivismo. Litigare è un diritto sacrosanto sancito dalla costituzione. Perché stupirci quindi, perché prendere le distanze, perché fare polemica o dire che la politica è lontana dal paese. Individualismo sfrenato, interesse personale, disprezzo per la cosa pubblica, per lo Stato e per le regole, questa è la sintesi.

Già Kant diceva che “l’umanità deve essere un fine e non un mezzo” questo è il principio che una collettività che si voglia definire civile, deve avere, una lezione che non abbiamo mai voluto imparare e per la quale non nutriamo alcun interesse tanto che abbiamo perfino tolto l’educazione civica dalle scuole. Come se la qualità del capitale umano e le regole fondamentali del vivere civile fossero meno importanti di internet.

Più di un nuovo Rinascimento abbiamo davvero bisogno di un nuovo Illuminismo, quello vero intendo, dove la ragione ha la meglio sull’interesse e sul pregiudizio. Perché si sa, la gallina non è un animale intelligente, diceva il saggio, specialmente se deve governare una collettività da cui dipendono le nostre vite.

 

Foto: Luis Hernandez/Flickr




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