sabato 5 novembre 2016 - angelo umana

La fille inconnue (La ragazza senza nome)

I Dardenne hanno fatto un film poliziesco, come sempre con un misfatto in premessa, o piccoli misfatti della “bassa società” verso la quale essi hanno lodevolmente sempre rivolto lo sguardo, quella di classi e quartieri poveri, di immigrati e piccola-grande malavita.

La “poliziotta” della vicenda è la giovane medico (di famiglia) Jenny, la 27enne Adele Haenel. Non ha aperto una sera il suo studio ad una ragazza disperata che bussava per fuggire da qualcuno un’ora dopo la chiusura e che viene trovata morta il mattino seguente. Jenny non può accettare che la seppelliscano senza sapere il suo nome, a parziale compensazione, forse, del suo senso di colpa. Ne deriva una personale ricerca dell’omicida e di chi questa ragazza fosse. E’ avvenente, bravo medico, sopporta gli scontri e le minacce che questa “inchiesta” le procura, venendo a contatto con chi la conosceva o di chi si era servito di sue prestazioni sessuali retribuite, individui male intenzionati o gente semplice della suburbia.

E’ proprio in gamba, sembrano dire i Dardenne, ricorda la Jodie Foster del Silenzio degli Innocenti. Non c’è l’azione che c’era in quel film ma la trama e cosa sta dietro quell’omicidio sono ugualmente complicati. I fratelli registi mettono nel film tante cose rendendolo un po’ pesante: l’incomprensibile presenza di un giovane praticante medico, Julien, che la brava Jenny deve istruire e che convince a riprendere gli studi di medicina, scelti perché suo padre lo picchiava da ragazzo; le difficoltà di gente normale nei cui problemi lei entra; un occhio all’immigrazione; storie private di famiglie che le fanno conoscere la violenza del territorio e i suoi nuovi utenti. Infine c’è il solito “dolcificante” salvifico dei Dardenne (coi loro tre soliti attori feticcio, Olivier Gourmet, Jérémie Renier e Fabrizio Rongione): i buoni e i cattivi nella giusta fila di appartenenza, Jenny che scopre il vero autore dell’omicidio e che ha vinto la sua privata indagine psicologica, la protagonista proprio buona bella (la macchina da presa è sul suo viso per buona parte dei 113 minuti del film) e brava, ma come fa?!




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