martedì 7 giugno 2022 - Antonello Laiso

La crisi di un grano che c’è?

 
 
Quelle regioni del mondo rimaste ai margini noti da tutti ovvero di sottosviluppo che da anni si aiutano con l'invio di missioni umanitarie, con l'invio di medici, di farmaci e con l'aiuto di docenti per quell'istruzione così importante in terre che, in tutti i casi, fanno parte di questo mondo sarebbero i primi a essere toccati per una crisi del grano ucraino bloccato.
 
Quei milioni di tonnellate stipate in quei silos che al momento si sta tentando di esportare per evitare una probabile crisi umanitaria e di far uscire dal territorio ucraino, un territorio la cui geografia sta cambiando purtroppo quei confini "leit motiv" di una guerra che sta sconvolgendo il mondo.
 
Le crisi le conosciamo quali siano durante o dopo una guerra, ma mai credevamo che si potessero ripetere dopo aver conosciuto di una storia triste e drammatica che non è servita da deterrente, una storia che non ha insegnato nulla se non le rimodulazioni di alcuni territori conquistati con la forza.
 
Se non è facile per noi il sostenere quella mancanza di materie prime come quelle energetiche ed alimentari e pur con non tanto facilità possiamo permetterci quegli aumenti correlati che gioco forza fanno parte di un mercato non piu florido ma stagnante come potranno farlo quei paesi africani?
 
Per Quei paesi del sud del mondo sarebbe un apocalisse che non vogliamo nemmeno immaginare, lì dove si sopravvive o meglio si moriva con facilità già prima di questa guerra tra le mille difficoltà per la mancanza d'acqua, di cibo, di assistenza sanitaria non adeguata a quei milioni di persone.
 
Questi paesi etichettati in modo dispregiativo come i paesi del terzo mondo sono da sempre gia in affanno per una sopravvivenza di quei bambini, per quelle malattie endemiche o epidemiche per quella mancanza di tutto, non possono permettersi quegli aumenti li dove tutto manca e tutto dovrebbe essere alla loro portata almeno virtualmente .
 
Non possiamo far diventare quella del grano un arma nucleare in particolare per loro di cui è l'alimento povero più economico con il quale sopravvivono. Quella situazione umanitaria di cui si discute una sera sì e un altra pure, nelle trasmissioni televisive, deve essere il primo pensiero di aiuti internazionali, ancor prima di mandare quelle armi in Ucraina pur per difesa di un popolo sotto attacco non fanno altro che inasprire una guerra di cui si conosceva dall' inizio chi poteva essere il vincitore militare anche se il coraggio di una difesa strenua e il costo di tante vite va premiato.
 
Al di la del bene e del male, vero, ce lo insegna Nietzsche, ma poi per vivere si deve scegliere tra filosofia e realtà quando non coincidono.
 
 
Antonello Laiso
 
 



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