martedì 27 ottobre 2020 - Antonello Laiso

La campania atti di guerriglia vergognosi

Quella che doveva essere una protesta contro le misure stringenti che avrebbero limitato non solo la diffusione del covid ma anche l'economia di una città già messa a dura prova nel precedente lockdown non era solo progenitrice di un dna di quel popolo, da quella normale frustrazione, da quella rabbia, da quel panico di dover chiudere quelle attività che gia purtroppo in tanti hanno chiuso in Campania.

In quella parte del Paese insieme ad altre regioni del Sud tra le piu fragili, dove molti sopravvivono in quei limiti sia border line tra legalità ed illegalità sia sconfinando di gran lunga quei limiti.
 
Dove quel lavoro non esiste e se esiste è spesso senza regole di tutela, dove il lavoro lo si sostituisce illegalmente spesso con attivita criminali quali lo spaccio, il contrabbando, le estorsioni. 
 
Comportamenti criminali, infiltratosi in una manifestazione pacifica hanno strumentalizzato quella che doveva essere una legittima protesta con tante persone che mai avrebbero pensato di trovarsi nel bel mezzo di una guerriglia, un attacco alle forze dell'ordine ed ai giornalisti. Un attacco al cuore della Regione alla sede della Regione.
 
Una regia della camorra e/o di quei gruppi che appartengono ad organizzazioni criminali di zona, una regia volta a destabilizzare le istituzioni, creare caos, panico, creare condizioni che al contrario avrebbero trasformato una pacifica protesta in atti di guerriglia incivil ovvero quel che è successo.
 
Tali individui fanno danni enormi alla salute collettiva, a quell'immagine di una Regione che nell'interesse di tutela di popolo ha gestito meglio di tutte quell'emergenza passata ed ora riacutizzata, di una Regione che non si ribella a quelle regole di ordine pubblico che non si ribella quelle leggi di buon senso, volte solo ad evitare la visione come asserito di quei camion carichi di bare.
 
La guerriglia è stato un atto criminale compiuto da altrettanto criminali che vanno isolati, puniti,e da tale devono essere trattati. Quei comportamenti teppistici che nulla hanno a che fare con quel giustificato disagio sociale, con quel giustificato timore di una chiusura di un attività con quel giustificato senso di frustrazione, con quel giustificato esternare liberamente una realtà che viene infangata con quel fango che è difficile a farlo scomparire.
 
Antonello Laiso



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