"La bulla della Garbatella". Ma chi è veramente Giorgia Meloni?.
La senatrice del M5S Alessandra Maiorino, nel suo intervento parlamentare sulla manovra di bilancio in corso di discussione ed approvazione, ha appioppato alla premier Giorgia Meloni questo appellativo non proprio di cortesia.
Tuttavia è un dato di fatto che questa premier, di estrazione post fascista, ha una postura molto aggressiva nei confronti di chiunque, anche minimamente come nel caso dell'ex premier Mario Monti, si azzardi a criticarla. E' come se reagisse per riflesso condizionato, proprio come nel notissimo esperimento del cane di Pavlov all'accendersi della lampadina rossa.
Viene allora da domandarsi, ma chi è, o forse cos'è, veramente Giorgia Meloni. Definirla, sic et simpliciter, una fascistella arrappata dalla voglia di potere, a mio avviso non è nè giusto nè corretto. Lei stessa si era impropriamente definita "under dog", ovvero una sfortunatella venuta da famiglia modesta problematica, che si è affermata a fatica in un mondo di privilleggiati. La realtà ovviamente è ben diversa dal momento che appena diciottenne si è impegnata attivamente in poltica in quel MSI di Giorgio Almirante, poi divenuto Alleanza Nazionale di Gianfranco Fini, diventando ministro della gioventù nel 2008, ad appena 31 anni, nel governo Berlusconi. Se poi si valuta il suo profilo culturale, non mi sembra che il suo diploma di istituto professionale linguistico, la qualifichi particolarmnete in rapporto alla carica di premier di uno dei paesi più avanzati del mondo. Insomma, allora cosa contraddistingue Giorgia Meloni per giustificare quello che è diventata?. Sicuramente una determinazione fuori dal comune che, unita ad una carica di livore accumulata in anni di esclusione dalle prime file, inquanto donna e come erede del partito fascista, hanno prodotto una aggressività politica che definire esagerata è pleonastico. Nella sua mente vive una rabbia mai sopita, che sbrocca appena si presenta il minimo segnale di critica al suo operato. E' certamente una donna scaltra, che ha fatto tesoro della sua esperienza politica, per ritagliarsi una immagine di personaggio politico che non rientra negli schemi tradizionali. Quindi alla larga il bon ton e fuoco alle ceneri appena se ne coglie l'occasione. E' riuscita a far passare come coerenza il fatto di fare l'esatto opposto di tutto quello che ha sempre promesso. Sciorina dati sull'economia e il benessere della popolazione, che non stanno nè in cielo nè in terra con la massima disinvoltura. Da fiera sovranista antiatlantista, in odore di filorussa, è diventata la più fedele amica degli Stati Uniti, a prescindere che si tratti di Biden piuttosto che Trump, per non dire Musk. Gira il mondo in lungo e in largo per coltivare la sua immagine, vera o presunta, di leader mondiale. E mentre la UE, nelle mani di una classe politica a dir poco becera e squalificata, affonda sempre di più, il prestigioso giornale "Politico" l'ha definita la donna più potente d'Europa. A dire il vero poi se uno va a leggere le motivazioni la definizione è meno lusinghiera di quello che appare, anzi, ma tant'è. E' testarda e non riconosce gli errori, tipo buttare un miliardo di euro nel cesso per l''operazione palesemente fallimentare del Centro migranti in Albania, che trova concorde solo una nullità come Von derleyen, sua amica del cuore appena scampata alla rielezione proprio grazie a Giorgia che, in una ennesima giravolta, si è alleata con i socialisti in Europa.
Eppure, malgrado questi non proprio esempi di virtù, Meloni regge, anzi regge alla grande, radicata in un elettorato fidelizzato. Ed è proprio qui che emerge prepotente la sua vera grande qualità, che la rende pressoché inattaccabile. E' una delle più grandi attrici mai viste sulla scena della cinematografia mondiale. Ha elaborato una tecnica impareggiabile nell'eloquio, partendo con voce sommesa, pacata, da vera moderata equilibrata, per poi esplodere con un crescendo urlato al limite della sguaiatezza. E funziona alla grande, come in quella chiosa sui centri di accoglienaza migranti che "funzioneranno, e funzioneranno ..... " gridato e ripetuto più volte a squarcia gola, con la faccia feroce di chi non ammette discussioni. Questa postura, naturale ma anche studiata, nella mente degli sprovveduti genera una sensazione di certezza, di sicura determinazione, di autorevolezza. Ecco Meloni ha elaborato una tecnica di comunicazione che nulla ha a che fare con quella istituzionale, ma che è perennemente rivolta al proprio elettorato potenziale. Nessuno, nell'assenza totale di confronto con la stampa alla quale Meloni si sottrae costantemente, ha mai sentito un suo intervento in sede parlamentare che trascenda dal comizietto in attacco, pungente e spesso offensivo nei confronti delle minoranze. E' perennemente in guerra, si sente circondata da nemici e reagisce malamente, perdendo di vista il suo ruolo istituzionale di premier di tutti gli italiani, anche quelli che non l'hanno votata.
Come finirà? Tutto dipenderà da quanto regge questa sua fenomenale verve interpretativa alla prova dei fatti. Non credo che potrà continuare a lungo ma, conoscendo il popolo italiano, tutto è possibile. Può perfino darsi che replichi i ventennali dei suoi due illusrtri sodali predecessori, quello finito appeso nel pazzale Loreto e quello condannato per di tutto un pò. A lei, ovviamente, non auguro nessuna delle due cose. E ci mancherebbe. Anche perché molto dipenderà da un suo alleato piuttosto esuberante, che vive sospeso tra una realtà virtuale ed una condanna per sequestro di persone, mi riferisco a Matteo Salvini, ma anche da tutti i leghisti che vedono restringersi sempre di più il loro spazio politico, proprio a favore di Giorgia. Ma forse, anche dovesse capitare una simile evenienza, Giorgia ha già pronti i sostituti, perché le ruote di scorta non mancano mai.