giovedì 15 settembre 2011 - Fernando Bassoli

La barzelletta Italia alla resa dei conti

La situazione politico-economica è ormai insostenibile. Bisogna tornare a votare al più presto.

Il Presidente del Consiglio si è recato oggi al Quirinale, per essere ricevuto dal Presidente della Repubblica. L’incontro tra Berlusconi e Napolitano è avvenuto nel giorno del via libera definitivo - con la fiducia a Montecitorio - sulla manovra economica, cioè il giorno seguente la missione in Europa del Presidente del Consiglio.

Come sempre Berlusconi brilla per il suo attivismo, ma il cittadino comune, quello che si sveglia alle 6:00 e appena esce di casa deve affrontare il carobenzina per andare a lavorare o, peggio, a cercare un lavoro, continua a non toccare con mano i risultati della sua azione di governo. La cartina di tornasole della situazione è rappresentata dai giornali. Basta passare all’edicola per imbattersi in queste tipologie di notizie: la cronaca nera, utilissima al potere per distogliere l’attenzione dai reali problemi del Paese; la cronaca sportiva, sempre enfatizzata in linea con la logica antica del panem et circenses; le notizie economiche, più fumose che mai, dispensate con un linguaggio volutamente criptico, da mettere in discussione ora dopo ora. Alle news culturali vanno naturalmente le briciole, dato che in Italia la cultura con la c maiuscola è morta da tempo né esprime più intellettuali carismatici, salvo sporadiche eccezioni.

Un popolo di sconfitti o di complici? - Il cittadino è però temprato – o forse rassegnato -, sopporta e metabolizza tutto, si lascia amministrare e tace. Ma poi va a fare la spesa e continua a vedere prezzi in aumento e a pagare con la carta di credito (forse dovremmo ribattezzarla carta di debito). Continua nell’indebitamento ad oltranza che è lo stesso di un Paesetto, l’Italia, che galleggia da anni grazie a titoli di Stato venduti all’estero. Senza capire che sta sprofondando in un baratro dal quale non uscirà più. Se Sparta piange, Atene non fa certo sorridere: il sindaco di Napoli De Magistris ha pensato bene di seguire il Napoli nella trasferta di Manchester (primo turno di Champions League 2011/2012). Si tratterrà in Inghilterra per due giorni, attirando gli inevitabili strali dell’opposizione, che parla di oltraggio ai problemi della città (“Ha ha fatto annullare due delicatissimi consigli comunali!” denunciano, ma la circostanza è da verificare).

Punto di non ritorno - I politici, si sa, vivono di consenso, che si trasforma quasi automaticamente in voti e preferenze, dunque la scelta di De Magistris non deve stupire. Perché l’inquadratura del sindaco sulle tribune dello stadio, al seguito dell’amatissima squadra di calcio, ha un peso specifico che, paradossalmente, sarà apprezzato dalla maggioranza dei cittadini-elettori-tifosi: potete starne certi. Della serie: i cittadini hanno i governanti che meritano. Perché la colpa, la responsabilità della decennale involuzione sociale, economica e politica che abbiamo sotto gli occhi è di tutti: di quanti hanno avallato, col loro voto, un'intera classe politica che esisteva più sugli ingannevoli palcoscenici mediatici che sulle scomode, polverose strade della realtà. Perché il dato reale, 15-16 anni dopo, ci dice che il governo guidato da quello che oggi è un anziano imprenditore a fine carriera, che i problemi sono aumentati e sembrano sempre più insolubili.

Purtroppo per noi, il brillante comunicatore self-made man che risponde al nome di Silvio Berlusconi, non ha saputo trasformare i sogni e i proclami (“Un milione di posti di lavoro!”) in verità di fatto. Oggi l’Italia è un Paese povero, provinciale, rovinato dall'Euro, che scoppia di evasori fiscali e viaggia su due binari: uno visibile, quello dell’economia legale-ufficiale, e quello Gomorra-style in mano alla criminalità organizzata, chiamiamola Mafia o come preferite, che ovviamente fa affari d’oro.

A questo punto sono due i principali quesiti che dobbiamo porci: quanti, oggi, potendo tornare indietro, rivoterebbero questi governanti? E soprattutto qual è, ora, l’alternativa? Personalmente non so rispondere, ma da cittadino esausto e demotivato mi sento di dire che è venuto il momento di staccare la spina a questo governo depotenziato e di provare a individuare figure giovani e nuove di riferimento, per lavorare tutti insieme alla costruzione di un Paese moderno e finalmente efficiente, capace di realizzare il disatteso dettato costituzionale che ci vuole tutti sostanzialmente uguali e di erogare servizi al passo dei tempi, attraverso una nuova politica di sviluppo economico-finanziario capace di rimodulare il ruolo delle Banche, da sempre spina dorsale delle piccole e medie imprese che sono il vero motore della nostra economia. Un motore che oggi ha bisogno di essere riparato e anche in fretta. Ai Soloni dell’Economia il compito di provvedere. Meno ricette e più guarigioni, grazie. A questo punto l'unica cura è il voto.




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