giovedì 2 luglio 2020 - Giorgio Zintu

La Terra sfregiata. Luca Mercalli risponde a Daniele Pepino. Come evitare lo scenario peggiore

“Una crescita infinita non è possibile in un mondo finito e senza una svolta radicale e immediata nelle politiche e nei comportamenti individuali non c’è futuro per la nostra sopravvivenza sul pianeta”.

Questa è l’apertura di “La Terra sfregiata. Conversazioni su vero e falso ambientalismo”, Edizioni Gruppo Abele in uscita il primo luglio, in cui Daniele Pepino, piemontese dell’Alta Val di Susa oltre che autore e animatore delle edizioni Tabor intervista Luca Mercalli, presidente della Società Meteorologica Italiana e studioso del clima che è un po’ il termometro visivo di quelle variazioni che stanno minando il futuro dell’uomo sul pianeta.

Il tema dello sviluppo era stato già anticipato nel 1972 dal profetico I limiti dello sviluppo, un rapporto del System Dynamics Group del Massachusetts Institute of Technology (MIT) per il progetto del Club di Roma sui dilemmi dell’umanità. E non ci sono dubbi che a distanza di quasi mezzo secolo troviamo ancora più sconvolgente il messaggio contenuto nella prefazione che parrebbe scritto oggi: “Senza una ventata di opinione pubblica mondiale, alimentata dai segmenti più creativi della società la classe politica continuerà in ogni paese a restare in ritardo sui tempi, prigioniera del corto termine…”.

Ma oggi, rispetto ad allora, la situazione globale si è di fatto aggravata e le risposte di Luca Mercalli alle domande-riflessioni di Daniele Pepino intendono porre altri interrogativi e spiegare fenomeni complessi ma spesso interpretati con altre chiavi logiche. Nel capitolo dedicato agli Eventi estremi, persino il Covid-19 e la pandemia trovano una prospettiva d’analisi originale perché una situazione straordinaria non viene interpretato con le chiavi della virologia ma come “l’ennesimo avvertimento di uno squilibrio ecologico globale”.

La pressione ambientale che deriva dallo sfruttamento delle risorse del pianeta per soddisfare le esigenze alimentari della popolazione mondiale o “l’avida ricerca di materie prime” sta comportando “l’appropriazione fuori controllo di quanto resta della vita spontanea del pianeta”. Tutto porta a concludere che il rischio sanitario per l’uomo deriva proprio dall’aver contribuito a alterare l’ecosistema e, come afferma Mercalli, “se l’ambiente è malato, ci ammaleremo anche noi”. Non sarà il Covid a farci morire quanto i fenomeni climatici estremi ma sempre più ripetuti e non più ignorabili, da Venezia agli incendi in Australia al dramma della foresta Amazzonica ai disastri in mare, allo scioglimento inarrestabile dei ghiacciai.

La Terra sfregiata tocca molti argomenti dell’ambientalismo e dell’economia – due ambiti strettamente legati – e le conseguenze sociali dei cambiamenti climatici. I fenomeni migratori del futuro potrebbero, in assenza di politiche di discontinuità, far muovere milioni di persone dai luoghi d’origine dove la vita non è più possibile vuoi per le crescenti aree di siccità, vuoi per l’innalzamento dei livelli del mare, con conseguenze sociali ancora non calcolabili nei loro effetti. Effetti che sono ignorati dalle scelte delle grandi multinazionali che dietro apparenti campagne a sostegno dell’ambiente, nella sostanza un ottimo greenwashing, tendono a consolidare solo margini crescenti di profitto mantenendo nei fatti lo status quo.

Serve una sana paura, come la chiama Mercalli, che ci induca a temere le conseguenze dei nostri comportamenti e ci spinga a cambiarli per salvarci. L’ultimo appello ai naviganti del pianeta Terra: “Non possiamo tornare indietro, possiamo soltanto cercare di contenere il danno, di evitare lo scenario peggiore”.

Luca Mercalli con Daniele Pepino

La Terra sfregiata

Conversazioni su vero e falso ambientalismo

Brossura/ebook, pagg.96

Edizioni Gruppo Abele, 2020

 




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