La Nato si prepari ad un decennio di guerra con la Russia
Da Berlino nelle pagine del quotidiano tedesco Die Welt. il segretario Jens Stoltenberg ha precisato che la guerra tra Russia e Ucrania è destinata a perdurare almeno per altri dieci anni
Nel bel mezzo del Festival di Sanremo certe notizie passano in secondo piano, per non dire offuscate, rovinano il clima post natalizio al calar dell’inverno in attesa del Carnevala e della Primavera. C’è sempre un motivo per rimandare i problemi. Come dice Amadeus, per una settimana godiamoci Sanremo senza i problemi del mondo, della politica e le italiche polemiche, poi riprendiamo come nulla fosse successo. Le pause sono molto importanti, dovremmo proporre la stessa cosa a russi e ucraini, così pure a israeliani e palestinesi dei fermi tecnici, un festival per rilassare la mente dalla quotidianità, un modus operandi per stare nel “qui ed ora”, in barba al passato e futuro che non c’è.
In questi giorni di “fermo relax” sappiamo tutto, giornali, media e social non tralasciano nessun dettaglio, il cachet di questo divo di quell’altro, i mal di pancia di tizio e di caio, le parole delle canzoni che hanno irritato o preso plausi, gli ascolti, lo share, le classifiche, addirittura con il Fantasanremo è stato possibile partecipare alla kermesse vincendo nel gioco e nella vita. Mentre noi ci affatichiamo per capire chi vince, chi perde, chi condurrà il prossimo Festival, il Segretario Generale della Nato ha ben altre preoccupazioni e fa il giro delle sette chiese portando il “verbo” urbi et orbi.
Da Berlino nelle pagine del quotidiano tedesco Die Welt. il segretario Jens Stoltenberg ha precisato che la guerra tra Russia e Ucrania è destinata a perdurare almeno per altri dieci anni. In sostanza il suo ragionamento è chiaro, facciamocene una ragione, cerchiamo di capire che il cattivo è Putin, male intenzionato ad occupare tutta l’Europa. Sembra una notizia in esclusiva trafugata grazie all’impegno di agenti 007 della miglior trazione. Spy story dei bei tempi della guerra fredda. Per prepararci all’inevitabile è tempo che ogni Alleato Nato faccia del suo, l’industria bellica deve riprendere i ritmi di produttività a passi veloci pena la soccombenza e la fine del mondo. Un’intervista laconica e diretta, ma con un preciso intento, serrare le file e preparci al peggio.
Non dimentichiamo che da Gennaio è iniziata l’esercitazione Nato Steadfast Defender 2024 che durerà fino alla fine di maggio. Nella colossale operazione di addestramento sono impegnati oltre 90.000 soldati, 50 navi e 80 aerei. Si tratta di una simulazione Nato per una guerra totale contro la Russia in cui viene messo nel conto anche l’utilizzo di armamenti nucleari. La tensione è altissima, l’imprevisto è dietro le porte, basti pensare che nella precedente operazione Nato (Steadfast Noon - Ottobre 2023), la Russia ha deciso di fare contestualmente un’esercitazione altrettanto imponente, grazie alla quale due missili hanno rischiato di combinare l’irreparabile.
Nel frattempo, il nostrano “movimento dei trattori” si è portato a Sanremo con l’intento di farsi ascoltare e cantare a tutti le proprie ragioni, anche a causa della Guerra in Ucrania le incongruenze sono diventate insostenibili. I vantaggi fiscali e politici concessi all’Ucraina stanno impattando fortemente sulla nostra agricoltura. Non solo la questione energetica, ma l’importazione forzata in Europa di frumento, cereali ed altri prodotti agricoli destabilizza il mercato interno, già colpito dai cambiamenti climatici.
Mentre Stoltemberg si sbraccia e gira il mondo per convincere gli alleati a spendere di più per armamenti e munizioni, Donald Trump fa il verso contrario, annuncia che se sarà eletto Presidente dell’America si defilerà dalla Nato e dalla Guerra in Ucrania. Questo perché? Perché gli Alleati spendono meno del 2% in Difesa Militare, non può l’America farsi carico della sicurezza del pianeta. In altre parole Stoltemberg e Trump sono due facce della stessa medaglia.
In conclusione, la Meloni intende portare avanti la sua riforma istituzionale sul "Premierato forte", secondo una vecchia tesi che vede il nostro paese ingovernabile, occorre più decisionismo e meno impedimenti nelle scelte. Ma è proprio così? In un contesto globale in cui pochi decidono per tutti sui destini dell’umanità, laddove il rischio di una catastrofe nucleare fa parte del gioco e tocca solo essere più aggressivi, al limite colpire per primi, probabilmente di tutto abbiamo bisogno tranne che decisionismo, di giocatori di scacchi, generali e lobbisti delle industrie militari. C’è bisogno di consapevolezza di condivisione dei cittadini, sentirsi parte di una comunità. Semmai si ha l’intenzione di aumentare le spese militari va fatto con un Referendum poichè sarebbero risorse sottratte ad altri servizi con la sanità, la scuola, la giustizia. Stesso discorso per aderire, aiutare o muovere guerra ad altri paesi sono i cittadini che devono scegliere. Fino a prova contraria proprio quelli che ora decidono non andranno in guerra, sono i giovani a pagare le conseguenze, con queste scelte c'è il rischio che rubiamo il loro futuro.
Allo stato attuale la sfiducia verso la politica ed i partiti è altissima, tanto in Italia quanto in Europa, punte del 40% di astensionismo dicono tutto dello stato delle cose.Tra partiti di maggioranza, opposizione e varie sfumature, chi governa non ha mai la maggioranza reale del paese, come si può pensare di avere una delega n bianco per problematiche di così grande importanza?
A meno che, nella mente di qualcuno il popolo si può preoccupare del festival di Sanremo, chi vince, chi perde, gli ospiti e chi condurrà la kermesse del prossimo anno. Ad altri il compito di gestire i destini del mondo.
12 Febbraio 2024
Ferdinando Chinè